«Le banche hanno rovinato anche me
Ma, vi prego, non fate gesti estremi»

L'apello di un imprenditore bergamasco: «Ho solo detto di non fare stupidaggini, perché è facile lasciarsi prendere dalla disperazione. Anche a me il pensiero m'è venuto. Se questo appello è servito a salvare anche solo una persona sono contento».

«Le banche che non ti finanziano più, i fornitori tuoi amici che ti insultano perché non riesci più a pagarli. E poi i tuoi clienti che non pagano te, perché, a loro volta le banche non li aiutano. Allora ti lasci prendere dalla disperazione e in un momento di debolezza, com'è capitato pure a me, rischi di pensare di poter risolvere tutto arrivando a gesti estremi, fino a volerti togliere la vita».

A parlare è un imprenditore bergamasco che, dopo 40 anni di lavoro nel settore dell'edilizia, ha chiuso l'attività oberato dai debiti, lasciando a casa una cinquantina di dipendenti.

Ieri, al Tgcom 24, le parole del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e i numeri del dramma: ogni giorno, in Italia, falliscono 58 imprese. Subito dopo l'appello dell'imprenditore bergamasco ai colleghi in difficoltà perché riescano a superare il momento di crisi: «Ho solo detto di non fare stupidaggini – spiega – perché, in queste circostanze, è facile lasciarsi prendere dalla disperazione. Anche io ho attraversato momento di debolezza, il pensiero m'è venuto. Se questo appello è servito a salvare anche solo una persona sono contento. Non voglio però nessuna pubblicità, il mio voleva essere solo un modo per aiutare altri che stanno vivendo la mia stessa situazione».

L'imprenditore ha conosciuto la crisi solo da poco. «È successo tutto nel giro di tre anni – dice –. L'edilizia è entrata in crisi e poco alla volta per me e altri è stato il disastro».

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