Il questore: «Non è emergenza
Ma i cittadini possono aiutarci»

Rapinatori che piombano in casa per farsi aprire la cassaforte. Ladri maldestri che, sorpresi a rubare, reagiscono con botte e minacce. Denominatore comune: la violenza. «Non parlerei di emergenza», dice però il questore di Bergamo.

Rapinatori che piombano in casa per farsi aprire la cassaforte. Ladri maldestri che, sorpresi a rubare, reagiscono con botte e minacce. Denominatore comune: la violenza.

I casi negli ultimi mesi si sono moltiplicati, ma per le forze dell'ordine usare la parola emergenza è eccessivo: è lontano lo spettro di quel triennio nero, tra il 2000 e il 2003, quando la «banda delle ville» fece tremare le province del Nord con una raffica di colpi.

«Non parlerei di emergenza - dice il questore di Bergamo, Dino Finolli, che guida gli uffici di via Noli dallo scorso giugno- . Certo, il fenomeno è fastidioso e non va sottovalutato: più che preoccuparsi, però, occorre occuparsi del problema e in questo momento lo stiamo facendo a tutti i livelli, con la massima attenzione».

I controlli più serrati, dice il questore, «sono una delle misure che abbiamo in campo. I servizi di controllo riguardano anche le zone periferiche e i comuni più lontani dalla città»

«Nella prevenzione anche i cittadini hanno un ruolo: per esempio possono essere d'aiuto alle forze dell'ordine segnalando la presenza di auto sospette o di persone sconosciute che passano oppure si fermano nei pressi della propria abitazione e di quella dei vicini. In particolare nei piccoli centri».

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