Il bimbo «dimenticato» ad Affi
Un casellante l'angelo custode

È stato un casellante di Affi il primo a soccorrere il bimbo bergamasco «dimenticato» dai genitori all'autogrill. Il piccolo era stato lasciato sul camper, dormiva: mamma e papà erano andati a prendere un caffè. Lui però è sceso.

Ha inseguito il camper con la sua famiglia che si allontanava in mezzo alle piste del casello autostradale. Disperato, il bimbo di 9 anni ha cercato di fermare le auto in corsa fino a quando un casellante lo ha visto e lo ha portato al sicuro.

Protagonista della vicenda, che fortunatamente si è conclusa nel migliore dei modi, una famiglia che risiede in provincia. Essendoci un minore coinvolto, la polizia di Trento non ha rivelato il paese di residenza. Tutto è successo sabato alle 16 ad Affi, in provincia di Verona, sull'autostrada del Brennero.

La famiglia bergamasca, padre, madre, il bambino di 9 anni e una sorella più piccola, è partita in camper per passare un fine settimana di vacanza in Trentino. Arrivati al casello di Affi, il padre è uscito dall'autostrada e si è fermato nell'area di servizio per fare benzina e bere un caffè. Sono scesi dal veicolo i genitori e la sorella: il bambino stava dormendo perciò, trattandosi di una sosta breve, non lo hanno voluto svegliare.

Mai si sarebbero immaginati un simile epilogo. Il tempo di fare il pieno e prendere un caffè e una bottiglietta d'acqua, poi la famigliola è risalita sul camper. Non hanno verificato che il figlio fosse ancora nel suo letto e sono ripartiti. Nel frattempo, però, il bambino si era svegliato e si era incamminato verso l'autogrill alla ricerca dei familiari.

Ha visto il camper partire in direzione del casello, che dista 2-300 metri dall'area di servizio, e lo ha rincorso disperatamente, ma invano. I genitori lo pensavano ancora immerso nel sonno e non l'hanno visto mentre correva nella loro direzione. Il piccolo ha urlato, cercando in tutti i modi di farli fermare, ma non c'è stato nulla da fare.

Uno dei casellanti ha assistito a quella scena straziante ed è subito intervenuto: il bambino correva in lacrime tra le corsie, cercando di fermare le auto che entravano al casello. Lo ha avvicinato con dolcezza e lo ha portato al sicuro negli uffici della società autostrade. Si è fatto spiegare cos'era successo e, quando il bimbo gli ha detto tra i singhiozzi che la sua famiglia era partita senza di lui, ha subito avvertito la sala radio dell'autostrada del Brennero.

Una pattuglia della sottosezione della polizia stradale di Trento è arrivata ad Affi nel giro di dieci minuti: gli agenti hanno tranquillizzato il bambino e, saputo che la famiglia era diretta in Trentino, hanno diramato le ricerche del camper in quella direzione. Una pattuglia dell'assistenza al traffico ha intercettato il camper tra il casello di Affi e quello di Ala Avio, dopo una ventina di chilometri.

Lo ha fatto fermare in corsia di emergenza tra lo sbigottimento della famiglia, spiegando l'accaduto.

Increduli, i genitori si sono resi conto solo in quel momento di aver «dimenticato» il figlio nell'area di servizio. Anche loro, sotto choc per quanto accaduto, sono stati tranquillizzati: il bimbo era solo spaventato ma sano e salvo e li aspettava in compagnia di due agenti. Il camper è quindi uscito al casello di Ala Avio, ha fatto inversione ed è rientrato in autostrada nella direzione opposta.

Dopo circa un'ora dall'allarme, verso le 17, il bambino e i suoi familiari si sono riabbracciati davanti agli agenti della stradale e al casellante che per primo lo aveva soccorso. Tra pianti, sorrisi, scuse e tanta gioia per la conclusione positiva della vicenda, la famiglia è ripartita alla volta del Trentino per passare il fine settimana. Certo una vacanza non di tutto relax, ma sicuramente i genitori avranno avuto modo di farsi perdonare.

Katiuscia Manenti

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