Ucciso in casa per 70 euro
A giudizio l'amico di Adrara

La Procura ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di Mustapha Mazoki, marocchino di 35 anni, difeso dall'avvocato Roberta Barbieri e accusato di aver ucciso con una coltellata il connazionale Ahmed Ghazzou, 42 anni, ad Adrara San Martino.

La Procura ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di Mustapha Mazoki, marocchino di 35 anni, difeso dall'avvocato Roberta Barbieri e accusato di aver ucciso con una coltellata il connazionale Ahmed Ghazzou, 42 anni, ad Adrara San Martino. Si tratta di una particolare procedura che, nei casi di ritenuta evidenza della prova, consente di velocizzare la tempistica processuale.

Il corpo senza vita del quarantaduenne era stato trovato il 13 dicembre del 2012 dalla proprietaria dell'appartamento, che lo aveva dato in affitto: un mese più tardi, a gennaio, gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Monia di Marco avevano sottoposto a fermo per omicidio volontario Mazoki, che da quel momento si trova nel carcere di Bergamo.

Il delitto sarebbe invece stato commesso probabilmente il 6 dicembre, data dalla quale il telefono della vittima aveva smesso di essere utilizzato. Contraddizioni e telefonate L'extracomunitario, nell'immediatezza dell'omicidio, era stato sentito dai carabinieri, ma pare fosse caduto in varie contraddizioni, aggravate poi da quanto emerso dalle intercettazioni ambientali nei suoi confronti: quando poi i carabinieri avevano sentito che lui stava cercando i documenti necessari per lasciare l'Italia, era scattato il fermo. Incensurato (nel suo curriculum una denuncia a piede libero per lesioni volontarie del 2012), in carcere Mazoki si era avvalso della facoltà di non rispondere alle domande, e il provvedimento di fermo era stato convalidato.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti i due marocchini avrebbero diviso lo stesso appartamento, pare abusivamente, di via Villanova ad Adrara: lì Ghazzou era stato trovato cadavere, con le chiavi in tasca e la porta regolarmente chiusa. Quanto basta per indirizzare i sospetti in particolare sul presunto coinquilino. Movente dell'omicidio, per i carabinieri, una lite legata alla sottrazione di 70 euro da parte della vittima a Mazoki.

T. T.

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