Ex Magrini, al posto dell'Upim
arrivano i cinesi di «Max moda»

Le vetrine sono a prova di curiosi, oscurate a tutta altezza da una spessa carta bianca, ma le luci accese che si intravedono lasciano presagire che qualcosa dentro sta succedendo. E gli operai al lavoro, tutti con gli occhi a mandorla, lasciano pochi dubbi.

Le vetrine sono a prova di curiosi, oscurate a tutta altezza da una spessa carta bianca, ma le luci accese che si intravedono lasciano presagire che qualcosa dentro sta succedendo. E gli operai al lavoro, tutti con gli occhi a mandorla, lasciano pochi dubbi.

Via l'Upim dal complesso ex Magrini, nei locali lasciati liberi da un mese dalla storica catena di abbigliamento è in arrivo un'attività gestita da cinesi, tra le prime in via San Bernardino bassa.

Apre «Max moda», presente già ai centri commerciali «Le Vele» di Curno e la «Francesca» di Verdello. «Apriremo tra una decina di giorni» conferma il titolare Yuwei Xia, da vent'anni in Italia, da otto nel settore dell'abbigliamento a Bergamo. Parla perfettamente l'italiano.

«Ormai mi sento bergamasco» dice ridendo. È uno dei tanti imprenditori cinesi-bergamaschi che in questi anni hanno fatto proliferare in città e provincia bar, ristoranti e negozi di abbigliamento con l'insegna del Dragone.
Dopo Curno e Verdello, ora la città.

«Via San Bernardino – spiega – è una zona appetibile, in più la vicinanza dell'Esselunga dovrebbe fare da traino e attirare gente». L'Upim, che aveva aperto cinque anni poco mesi dopo il supermercato, ha avuto alterne fortune. I risultati probabilmente sono stati al di sotto sotto delle aspettative o forse sono semplicemente cambiate le strategie del marchio – fondato nel 1928 dalla famiglia Borletti – che nel 2008 è ritornato in città dopo dieci anni di assenza e nel 2009 è stato acquisito dal Gruppo Coin.


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