Yara, Bigoni: «Basta menzogne
Mai conosciuta la donna segreta»

«La mia verità? Me la chiedessero anche a Roma sarebbe sempre la stessa. Non cambio il parlare io, se dico una cosa è quella: erano i primi Anni '60 e Giuseppe Guerinoni mi aveva confidato di aver messo nei guai una ragazza di San Lorenzo di Rovetta. Tutto qui».

«La mia verità? Me la chiedessero anche a Roma sarebbe sempre la stessa. Non cambio il parlare io, se dico una cosa è quella: erano i primi Anni '60, avevamo 23 o 24 anni e Giuseppe Guerinoni mi aveva confidato di aver messo nei guai una ragazza di San Lorenzo di Rovetta. Tutto qui. Dopo, tante cose che sono state scritte in questi giorni sono inventate».

«Non ho mai detto che conoscevo la ragazza, che poi avesse partorito alla Casa dell'orfano neanche a parlarne. Non so niente di lei, se l'ho mai vista non sapevo che fosse proprio quella che aveva avuto a che fare con Giuseppe. Mi aveva detto che era di San Lorenzo e all'epoca abitava là. A me era dispiaciuto tantissimo, perché erano guai seri. Gli avevo consigliato di fare le cose bene, di non far scoppiare lo scandalo. Finita lì, non mi ha mai detto altro, io mai altro gli ho chiesto. E adesso sono stufo di chi mi fa dire delle cose che non ho detto...».

Vincenzo Bigoni, classe 1938, va in giro a testa alta per le strade di Parre. Saluta e lo salutano. «Certo, c'è anche chi mi ha fatto intendere che avrei fatto meglio a star zitto. Però la maggior parte mi dice che ho fatto bene a raccontare quello che sapevo. Hai avuto coraggio, mi dicono. Anche in famiglia all'inizio brontolavano. Ma poi ci siamo ricordati che di mezzo c'era una bambina di 13 anni, ammazzata in un campo. E se fosse stata nostra nipote? Con che coraggio avrei dovuto tenere la bocca chiusa? Tenere per me un particolare che magari potrebbe essere di aiuto a cercare chi l'ha uccisa? Di gente che sta zitta ce n'è già troppa. Io parlo, io rispondo solo alla mia coscienza».

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