«Sblocca pagamenti» da rivedere
Provincia di Bergamo paralizzata

«Non si penalizzino imprese ed enti virtuosi». Lo scrive il presidente dell'Unione Provine Lombarde sul decreto «sblocca pagamenti», citando il paradosso bergamasco: la Provincia di Bergamo non può più spendere un euro.

«Non si penalizzino imprese ed enti virtuosi». Lo scrive il presidente dell'Unione Provine Lombarde intervenendo sul decreto «sblocca pagamenti» e citando il paradosso bergamasco: a fronte di pagamenti in conto capitale alle imprese, effettuati già alla data dell'8 aprile scorso per circa 13,2 milioni di euro, la Provincia di Bergamo non può più spendere un euro, pur avendo una disponibilità di cassa  pari a 100 milioni di euro.

«L'analisi condotta dai ragionieri capo delle Province Lombarde ha ancora una volta dimostrato che l'efficacia del Decreto Legge "sblocca pagamenti", così come concepito con le modifiche del Mef, rischia di essere limitata nei territori con enti locali virtuosi come le Province Lombarde».

Queste le parole del presidente dell'Unione Province Lombarde (Upl) e presidente della Provincia di Sondrio Massimo Sertori che aggiunge: «Infatti, a fronte di pagamenti in conto capitale alle imprese, effettuati già alla data dell'8 aprile scorso per circa 150 milioni di euro, in base all'attuale normativa e soprattutto all'interpretazione dei tecnici ministeriali, che va oltre il dettato normativo, le Province lombarde potrebbero effettuare pagamenti solo per 34 milioni di euro, a fronte di una disponibilità di cassa di oltre 1 miliardo di euro».

«Chiediamo pertanto un intervento urgente al Parlamento per dare la giusta attuazione all'importante Decreto, così da favorire le imprese e nel contempo non penalizzare gli enti virtuosi. Per questo motivo abbiamo inoltrato oggi alle principali forze politiche i nostri emendamenti, che non dimenticano tra l'altro la fondamentale questione dei tagli alle risorse provinciali – non delle Province ma dei servizi oggi erogati dalle Province - che mettono in discussione i fondamentali servizi ai cittadini».

«Occorre ridurre - conclude - il taglio previsto di 1,2 miliardi di almeno 400 milioni di euro e non far pagare a tutte le Province italiane la questione dei rifiuti delle Province campane  che, come già spiegato, dovrebbe trovare adeguata soluzione a parte».

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