Elezioni, la Lega ci mette la faccia
«Sotto tono» gli altri movimenti

Alle prossime amminisrative di fine maggio, la Lega resta la con più riconoscibile: mette il simbolo (accanto a quelli degli alleati del Pdl e sotto il cartello di una civica) e i candidati sindaci.

Alle prossime amminisrative di fine maggio, la Lega resta la con più riconoscibile: mette il simbolo (accanto a quelli degli alleati del Pdl e sotto il cartello di una civica) e i candidati sindaci. Sono militanti (o sostenitori) del Carroccio ben sette dei trenta in corsa per la poltrona più alta dei 12 Comuni chiamati al voto il 26 e 27 maggio. Non poca cosa, in un periodo in cui le tessere di partito si bruciano o si restituiscono e l'appartenenza politica è quasi un tabù.

Certo, anche i verdepadani hanno avuto una mutazione genetica. Resiste (almeno nel nome) la lista «Lega Nord Serina» del leghista Giovanni Fattori; persino il suo ex sindaco Michele Villarboito ha abdicato al «pedegree», correndo ora ad Aviatico con una più anonima (dal punto di vista del «colore» partitico) «Insieme per il futuro».

Nella maggior parte degli altri Comuni si predilige lo slogan di maroniana memoria («La Lombardia in testa») rivisto con il nome del paese interessato.

Via, quindi, con la sfilza di «Mapello in testa» (di Stefano Remondini), «Calolziocorte in testa» (di Marco Ghezzi, che corre «vedovo» del Pdl), «Paladina in testa» (dove il lumbard Gianmaria Brignoli non utilizza i simboli per rispetto degli «indipendenti» in lista). A Villa d'Ogna c'è un secco «Fantoni sindaco» (con i simboli) mentre a Capriate Vittorino Verdi si schiera con «Impegno in comune lista civica Lega Nord» (senza berluscones).

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