«Lavoro diritto da tutelare»
1° maggio, in 4 mila a Bergamo

Si sono riunite 4.000 persone circa alla consueta sfilata del 1° maggio organizzata a Bergamo da Cgil, Cisl e Uil. Priorità lavoro è stato lo slogan che ha condotto dal primo all'ultimo momento i partecipanti a urlare il proprio disagio.

Si sono riunite 4.000 persone circa alla consueta sfilata del 1° maggio organizzata a Bergamo da Cgil, Cisl e Uil. Priorità lavoro è stato lo slogan che ha condotto dal primo all'ultimo momento i partecipanti ad esporre striscioni, protestare contro le istituzioni e urlare il proprio disagio.

Lavoro, ma non solo, perché al centro di numerosi cori e discorsi c'è stato anche il pentitissimo problema casa: è stato ribadito a gran voce come avere una casa sia un diritto di tutti, come gli sfratti debbano essere applicati con attenzione e sensibilità e come le case popolari siano in condizioni sempre peggiori e, infine, l'attenzione è stata posta sui tantissimi appartamenti sfitti che potrebbero essere assegnati ai bisognosi di un tetto. A proposito di casa era presente anche una delegazione del Comitato di Zingonia che ha protestato contro l'abbattimento delle Sei Torri di Zingonia.

Tra i tre sindacati organizzatori, che come annunciato hanno sfilato uniti, Cigl ha portato anche delegazioni della Fiom (operai metallurgici), la Filcam (turismo, commercio e servizi) e la Fillea (lavoratori del legno). Cisl si è fatta sentire soprattutto con i giovani metalmeccanici, con Fenca (settore chimico). Uil ha portato in piazza numerosi immigrati per rivendicare tutti i diritti primari dei cittadini mentre l'associazione nazionale Terza età attiva (Anteas) ha sfilato per chiedere più tutela per i pensionati. Rifondazione Comunista ha voluto tenere alta l'attenzione ai problemi degli operai della Fiat di Pomigliano mentre Lotta Comunista ha protestato contro le guerre «imperialiste» nel mondo. Presenti anche delegazioni di Sel, Sai Cobas e Unione Sindacale di Base.

Il clima è stato di grande partecipazione ma non si sono registrati particolari disagi né proteste eccessive. Sul palco di Piazza Vittorio Emanuele hanno preso la parola i tre segretari di Cigl, Cisl e Uil: «Il lavoro dignitoso deve essere un diritto e non un privilegio e deve essere tutelato in ogni sua parte – hanno riferito Luigi Bresciani (Cgil), Ferdinando Piccinini (Cisl) e Marco Cicerone (Uil) -. Quello che sta accadendo in Italia e in Europa con circa 1.000 licenziamenti al mese (nel nostro paese) sta allargando le distanze sociali, sta mettendo in ginocchio le famiglie».
Ha chiuso poi Agostino Megale, segretario confederale Cgil: «Giorni come questi devono servire per ribadire i diritti dei cittadini e il loro diritto ad essere liberi – ha detto -. Siamo a fianco di quei commercianti che oggi sono riusciti a scioperare, tenendo chiuse le porte delle attività in un giorno di festa. La priorità del lavoro ora deve farsi concreta non più essere semplice slogan».

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