Casnigo, 3 anni fa moriva in scooter
La mamma: sistemate quella strada

«La tragedia che ci ha colpito non può essere cancellata, ma il ricordo degli amici è un esempio che aiuta». Rosangela Perani non può dimenticare la sera del 15 aprile 2010, quando salutò per l'ultima volta il figlio Marco.

«La tragedia che ci ha colpito non può essere cancellata, ma il ricordo degli amici è un esempio che aiuta». Rosangela Perani non può dimenticare la sera del 15 aprile 2010, quando salutò per l'ultima volta il figlio Marco.

Era uscito per far rifornimento al distributore a poche centinaia di metri da casa: non fece più ritorno. Un terribile incidente se lo portò via lungo la provinciale della Val Gandino che percorreva in sella al suo scooter. Il suo ricordo è ancora vivo in tutta la comunità di Casnigo, dove Rosangela vive con il marito Oscar.

I giovani dell'oratorio hanno ricordato Marco «Bona» Bonandrini nelle scorse settimane, attraverso un torneo di calcio. Per quattro domeniche consecutive, si sono affrontati con entusiasmo sul campo sintetico del nuovo oratorio.

Al termine del torneo Stefano e Andrea, due coetanei di Marco, hanno consegnato ai genitori una targa che sarà collocata all'interno dell'oratorio. «Un ragazzo leale e sincero» recita l'incipit della dedica e sincero è anche l'appello che Rosangela rinnova per la «maledetta» strada della Val Gandino dove Marco ha trovato la morte.

«Non c'è assolutamente nessun intento polemico - tiene a precisare -, si tratta solo di mettere in risalto un dato agghiacciante: in meno di due chilometri, negli ultimi decenni, ci sono state almeno otto vittime. A oggi l'unico provvedimento che è stato preso è la riduzione del limite di velocità a 70 chilometri orari».

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