Andreotti, il ricordo di Bonalumi
«Grande esperienza internazionale»

«L'esperienza e l'attività internazionale di Giulio Andreotti? Credo che in pochi la abbiano superata». Parola di Gilberto Bonalumi, già delegato giovanile Dc dal 1967 al 1971, poi parlamentare e, con Andreotti, sottosegretario agli Affari Esteri.

«L'esperienza e l'attività internazionale di Giulio Andreotti? Credo che in pochi la abbiano superata». Parola di Gilberto Bonalumi, già delegato giovanile Dc dal 1967 al 1971, poi parlamentare e, con Andreotti, sottosegretario agli Affari Esteri.

Nell'intervista (che trovate nell'allegato) Bonalumi ha ripercorso il suo rapporto con Giulio Andreotti, nato negli anni '70: Bonalumi fu, sotto di lui, sottosegretario agli Affari Esteri con compiti vicari. Un periodo in cui per la prima volta si cominciò a dare una forma a tutta la struttura del volontariato internazionale, in cui si istituì anche l'unità di crisi della Farnesina.

«Ricordo - racconta - che mi mise alla prova mandandomi in un posto simile all'inferno, per trattare la liberazione di tre tecnici rapiti in Etiopia, risolta poi positivamente. Quando lo sentii per raccontargli quello che stava accadendo, lui mi rispose con un "se non te la senti puoi rientrare"; aggiungendo però subito dopo un "lasciami le dimissioni sulla scrivania"».

«Andreotti è stato un innovativo - racconta Bonalumi - sul terreno anche politico. Lavorare con lui, per me che non sono mai stato andreottiano, è stata un'esperienza incredibile. Spesso capitava che il diplomatico di turno gli consegnasse documenti alle 11 di sera. Io li ritrovavo sulla scrivania la mattina dopo alle 7, con ogni singolo foglio letto, sottolineato e con i suoi appunti».

«Il nostro rapporto - conclude Bonalumi - è proseguito fino a tre anni fa: poi per la sua malattia e la conseguente difficoltà di incontrarlo al Senato ci siamo un po' persi».

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