Dalmine, si dimette l'assessore Iodice
«Acredine dei consiglieri del Pdl»

L'assessore alla Cultura, Tradizione e Pubblica Istruzione del Comune di Dalmine, Ginaluca Iodice, ha rassegnato le dimissioni al sindaco Claudia Terzion con una lunga lettera nella quale spiega le motivazioni del gesto.

L'assessore alla Cultura, Tradizione e Pubblica Istruzione del Comune di Dalmine, Ginaluca Iodice, ha rassegnato le dimissioni al sindaco Claudia Terzion con una lunga lettera (che pubblichiamo qui a lato) nella quale spiega le motivazioni del gesto.

«La mia permanenza in Giunta - si legge - rischia di essere pregiudiziale per il buon andamento dell'Amministrazione e, poiché nessuno è indispensabile, ritengo sia miglior cosa farmi da parte nella speranza che questo mio atto riporti sulla strada della ragionevolezza l'Assessore Fabio Montevecchio e i Consiglieri del Popolo della Libertà (partito di cui sono orgoglioso di far parte sin dalla sua fondazione) Raffaele Carrara, Leonardo Greco, Pierluca Colombo e Adriano Zeggio».

«La loro richiesta, più volte ribadita con grande insistenza, di voler cancellare con un colpo di spugna la massima parte dei fondi messi a disposizione per le scuole, per le attività culturali e per la comunicazione è per me palese manifestazione di sfiducia nel mio operato - prosegue Iodice -. Nascosta dietro i velami della volontà di far tornare i conti del bilancio preventivo 2013 emerge infatti l'avversione che alcuni esponenti del Pdl di Dalmine hanno nei miei confronti».

«È tale il loro livello di acredine che può essere ahimè ben rappresentato dalla frase, riportata in una riunione con il Coordinatore Provinciale e a loro attribuita (senza che nessuno la smentisse ma anzi suscitando cenni d'approvazione da parte degli autori): «Il mostro andava ucciso da piccolo». Una tale conflittualità, immotivata dal punto di vista amministrativo poiché i risultati del mio operato sono riconosciuti da più parti e in linea con il nostro programma, è dovuta solo a rancori personali che ancora oggi fatico a comprendere, ma che sono così radicati in alcuni consiglieri da trasformare una questione personale in una diatriba politica che mette a rischio l'operato del Comune e i servizi erogati ai cittadini».

«Ancor prima dell'inizio del loro mandato, queste persone hanno palesato la volontà di escludermi dalle attività del Partito e di intralciare in ogni modo le iniziative da me assunte in campo amministrativo. Lo hanno fatto in ogni modo e con un accanimento da lasciare sbigottiti: con interrogazioni e interventi ostili in Consiglio Comunale, con comportamenti scorretti, diffondendo voci infondate, riportando a parti terze i contenuti riservati delle riunioni di sezione in modo da inficiare la realizzazione del programma da tutti firmato, rigettando con il loro voto le proposte di deliberazione senza nemmeno voler entrare nel merito col fine di rafforzare (in maniera evidente a tutti) la loro alleanza con elementi dichiaratamente opposti all'Amministrazione da Te guidata. Come non ricordare l'interrogazione in merito alle celebrazioni del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, mirante a insinuare sospetti sull'operato dell'Amministrazione? E lo sfregio poi della mancata partecipazione alle tante iniziative organizzate in quell'occasione dei Consiglieri del Pdl, che invece hanno dato la loro adesione a una manifestazione dell'opposizione? Come potrei dimenticare le affermazioni ormai celebri del Consigliere Zeggio sui costi della Biblioteca, che ci hanno trasformato nello zimbello della cittadinanza? Come potrei passare sotto silenzio il voto contrario rispetto a una delibera di presa d'atto delle richieste delle famiglie di Dalmine in merito ai futuri Istituti Comprensivi con argomenti identici a quelli delle minoranze, non a caso ispirati da persone a queste legate e pedissequamente ripetuti senza cognizione di causa? Questi sono avvenimenti noti a tutti perché riportati dai mezzi d'informazione. Ma solo noi possiamo sapere quali e quanti sono stati gli sgambetti che non sono diventati di dominio pubblico».

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