Razzi, sassi e petardi senza problemi
Ma una bottiglietta d'acqua giammai!

Gentile redazione de "L' Eco di Bergamo",
sono una tifosa juventina residente in provincia di Bergamo, che in occasione della partita di ieri sera Atalanta-Juventus si è recata allo stadio sperando di passare una piacevole serata di festa, visto il recente titolo conquistato dalla Juventus e la promozione ormai aritmetica dell'Atalanta. Inutile dire che speravo in troppo!! Ho iniziato a capire che aria tirava percorrendo il tragitto dal parcheggio allo stadio, sirene della polizia a tutto volume e gran dispiegamento di forze dell'ordine attorno alla zona.
Una volta arrivata allo stadio e passata dal tornello (ero nel parterre tribuna) sono stata fermata da uno steward che, giustamente, mi ha perquisito lo zaino e mi ha fatto togliere il tappo dalla bottiglietta d'acqua, ritenuta pericolosa. Iniziata la partita è iniziato anche il lancio di razzi e oggetti tra le varie tifoserie, una vergogna, soprattutto considerato il fatto che alla partita erano presenti numerose famiglie con bambini, costretti ad andare via prima della fine del gioco per colpa di questi fantomatici tifosi. Ora io mi chiedo, come è possibile che io non sia riuscita a far entrare allo stadio una bottiglietta d'acqua, mentre i tifosi ospiti abbiano potuto lanciare razzi e petardi in libertà? Sono stati controllati all'ingresso? Qualcosa evidentemente non mi torna.
C'è stato però un altro fatto che mi ha colpita, i miei posti erano a ridosso della panchina juventina e durante la partita è capitato più di una volta che qualche tifoso atalantino insultasse pesantemente l'allenatore della Juventus Antonio Conte, tutto ciò sempre davanti ai numerosi bambini presenti in questa zona dello stadio. Mi ha colpito in particolare un signore anziano che sarebbe potuto essere il nonno di tutti questi bimbi, tale "tifoso" si è messo in mostra con una serie di epiteti che definire offensivi è dire poco. Il rispetto è il valore principale che uno sport come il calcio dovrebbe insegnare ai nostri figli. Purtroppo non è così, almeno non è stato così ieri sera allo stadio di Bergamo.
Una tifosa amareggiata

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