Ristoranti, baite e centri sportivi
Crescono i locali «No Slot»

Non solo bar, ma pure ristoranti, locande e perfino le baite e i centri sportivi. Anche questi esercizi pubblici hanno deciso di scendere in campo nella campagna de L'Eco contro le macchinette «mangia soldi».

Non solo bar, ma pure ristoranti, locande e perfino le baite e i centri sportivi. Anche questi esercizi pubblici hanno deciso di scendere in campo nella campagna de L'Eco contro le macchinette «mangia soldi».

Nonostante, per alcuni versi, non siano locali che si prestano ad accogliere videolottery e similari, un po' per la localizzazione nel caso delle baite, un po' per i tempi di permanenza al tavolo nel caso di ristoranti e pizzerie, anche questi esercenti vogliono comunque prendere una posizione netta e fare da esempio perché la lotta contro la malattia del gioco la si deve combattere tutti insieme.

E così, anche queste attività hanno deciso di aderire all'iniziativa de L'Eco di Bergamo attraverso l'indirizzo elettronico della mail [email protected]. Poi, si sono presentati alla sede di viale Papa Giovanni XXIII 118 a Bergamo (è possibile dalle 8 alle 19) e hanno ritirato la vetrofania che ora mostrano con orgoglio sulle vetrine di ingresso.

Lo hanno fatto il Circolo La Famiglia, di via Faccanoni, a Sarnico e il Bar Chery di Piazza Vittorio Emanuele a Bonate Sopra e anche Danilo Cattaneo che da San Simone, è arrivato in città per far suo l'adesivo «No slot» che ora espone alla Baita del Camoscio, a Valleve.

Baita del Camoscio a Valleve
«Il nostro è un locale di montagna – dice Danilo Cattaneo – e abbiamo già i nostri divertimenti, non ne servono altri. Perché giocare con dispositivi elettronici quando d'inverno qui c'è la neve e si può sciare? D'estate, poi, abbiamo le marmotte, si può passeggiare e ammirare il paesaggio». Nonostante la posizione del rifugio, anche i gestori sono stati contattati da chi affitta VLT, ma quelli della Baita del Camoscio hanno fatto sapere che non avrebbero mai accettato. «Noi con i nostri clienti – chiude Danilo Cattaneo, che guida l'esercizio pubblico con Santo Cattaneo, sindaco di Valleve – vogliamo avere un rapporto genuino».

Centro sportivo di Brembate
L'impegno del Centro sportivo di Brembate, in via Oratorio, affidato a una cooperativa sociale, è quello di dare il proprio contributo contro il disagio e, ora, anche contro il gioco d'azzardo: «Abbiamo deciso – spiega il presidente Michele Vignanese che gestisce la cooperativa insieme a Moira Longhi – di dare dei segnali forti, ad esempio, togliendo anche le macchinette che distribuiscono le palline con i regali per i bimbi. Perché se ci si pensa, il bambino vuole continuare a mettere monete fino a che non avrà il gioco che desidera. Lo stesso principio delle slot». Anche il centro sportivo ha ottenuto proposte, ma in questo caso di vendere i Gratta e vinci: «Ovviamente abbiamo risposto di no – chiude Vignanese – vogliamo che i posti come i nostri siano da esempio per tutti e ci rendiamo anche disponibili a ospitare incontri su questi temi».

Pizzeria la Penzana (Gazzaniga)
Vuole essere un modello da seguire anche la pizzeria trattoria la Penzana, di Gazzaniga, in via alla Chiesa, che in sessant'anni non ha mai ceduto alla tentazione delle slot: «Anche i ristoranti potrebbero mettere le videolottery – dice Efrem Merelli – invece vogliamo dare l'esempio. Abbiamo questo locale da tre generazioni e continuiamo per questa strada». Il piacere di Merelli è sapere che i suoi clienti non vanno da lui per mettere soldi in un dispositivo elettronico: «Preferiamo che entrino nel nostro bar-ristorante-pizzeria – conclude – perché qui si mangia bene e perché siamo simpatici».

Locanda di Alice (Bergamo)
Lottare contro la ludopatia, significa anche far sì che le slot non si trovino in ogni esercizio pubblico. Ecco perché alla Locanda di Alice, in via da Rosciate a Bergamo, non ce ne sono: «Se le macchinette – sottolinea Alice Sara Giardina – le trovi ovunque, giochi sempre, ma se non le trovi allora magari inizi a giocare meno. Tutti dobbiamo far sì che le slot non siano, per così dire, sotto casa». La titolare del bar-trattoria, aperto da poco meno di un mese, ha un'idea chiara: «Questo non vuole essere un luogo di perdizione come possono essere alcuni locali, bensì un posto di aggregazione per i giovani».

Ieri hanno ritirato la vetrofania de L'Eco anche il Circolo la Famiglia di via Faccanoni 10 a Sarnico e il titolare del >Bar Chery, in piazza Vittorio Emanuele 9, Bonate Sopra.

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