Rapporto Immobiliare, dati come il 1985
Nel 2012 compravendite scese del 25.7%

«Il 2012 è stato un anno negativo con dati che ci hanno riportato al lontano 1985». Così Gabriella Alemanno, vicedirettore dell'Agenzia delle Entrate, presentando il rapporto immobiliare che fotografa l'andamento del mercato residenziale nel 2012.

«Il 2012 è stato un anno negativo con dati che ci hanno riportato al lontano 1985». Così Gabriella Alemanno, vicedirettore dell'Agenzia delle Entrate, presentando il rapporto immobiliare 2013, che fotografa l'andamento del mercato residenziale nel 2012, realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi.

Nel rapporto si legge che i volumi delle compravendite delle abitazioni sono calati del 25,7% rispetto al 2011, mentre il valore complessivo scende di quasi 27 miliardi. Tiene invece l'indice di accessbilità (affordability index), che misura la possibilità di accesso delle famiglie italiane all'acquisto di una abitazione. «Nel 2012 registriamo un repentino calo delle compravendite - ha sottolineato Gianni Guerrieri, direttore dell'Osservatorio del mercato immobiliare - registrando i livelli del 1985. Con la crisi economica e la contrazione dei consumi si sono ridotte da parte delle famiglie anche le spese più impegnative, come l'acquisto di un'abitazione, acquisti che possono riprendere grazie ad un aumento della fiducia sia di famiglie sia delle banche. Nel 2013 c'è la sensazione che ci possa essere qualche miglioramento, legato sempre all'andamento della crisi e alle future manovre economiche».

Entrando nel dettaglio del rapporto, si legge che nel 2012 sono stati compravenduti 46,4 milioni di metri quadri con un calo del 25,4% sul 2011 e la superficie media per unità abitativa è stata di 104 metri quadri. La contrazione del mercato immobiliare è stata più evidente nei piccoli comuni, dove si è registrato un calo del 26,1% contro il meno 24,8% registrato nei capoluoghi.

Le otto principali città Roma, Milano, Genova, Napoli, Firenze, Bologna, Palermo e Torino hanno registrato una perdita del 22,4% per il numero di transazioni e di 5,7 miliardi (a quota 19,5 miliardi) per il valore. «È necessario intervenire per riattivare un mercato fondamentale - ha detto Gianfranco Torriero, direttore centrale responsabile della direzione strategie e mercati finanziari dell'Abi - che rappresenta un settore trainante per l'economia. La capacità di risparmio delle famiglie è ancora in forte contrazione, dobbiamo guardare al futuro creando incentivi per la crescita».

Nel rapporto si legge che a livello territoriale l'area del nord-est, dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale, è quella che ha subito il calo più elevato delle compravendite nel 2012 rispetto al 2011 con un meno 28,3%. A fronte di questi dati negativi, tiene invece l'indice di accessibilità: dopo un anno e mezzo di calo, nel secondo semestre 2012 è migliorato, con la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l'acquisto di una casa, di poco superiore al 50% come nel primo semestre 2010, per circa 13 milioni di famiglie. «Dobbiamo molto alla stabilità delle famiglie - ha spiegato Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi - che è necessario rafforzare con politiche economiche che puntano alla crescita. Le famiglie dimostrano una relativa tenuta e il tema fondamentale ora è la crescita».

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