Arcene dà l'addio a don Zanchi
Il vescovo: tesoro da conservare

Una folla commossa, un paese - Arcene - che si è stretto intorno al suo parroco, don Tino Zanchi, morto lunedì per un malore dopo celebrato un funerale. Giovedì si sono celebrate le esequie, presiedute dal vescovo Francesco Beschi.

Una folla commossa, un paese - Arcene - che si è stretto intorno al suo parroco, don Tino Zanchi, morto lunedì 13 maggio per un malore dopo celebrato un funerale. Stamattina, giovedì 16, si sono celebrate le esequie, presiedute dal vescovo Francesco Beschi.

La salma di don Zanchi è arrivata alla chiesa parrocchiale di Arcene dal santuario della Madonna delle lacrime, dov'era stata allestita la camera ardente. Con il vescovo Beschi hanno concelebrato numerosi parroci dei paesi limitrofi. Tante le autorità presenti, con il sindaco di Arcene Giuseppe Foresti in fascia tricolore.

Il vescovo Beschi nella sua omelia ha sottolineato: «La testimonianza in Cristo è il tesoro che ci lascia e che dobbiamo custodire. Il suo è stato un sacerdozio di passione e di vicinanza ai suoi parrocchiani. Saggezza e sapienza lo hanno sempre guidato.

È stato don Arturo Bellini, parroco di Verdello, a ricordare il testamento spirituale di don Zanchi, mentre il sindaco Foresti ha commentato: «Difficile pensare che don Tino non sia più qui con noi. Quando è arrivato (era il 2006, ndr) aveva sottolineato che Arcene era una comunità sana e laboriosa, si è impegnato a non farla diventare eccessivamente laboriosa e di conseguenza indifferente ai bisogni di chi soffre».

La salma di don Zanchi è stata tumulato a Pognano, suo paese d'origine. Ricordiamo che don Tino aveva avuto lunedì un malore dopo un funerale ed era caduto a terra, battendo violentemente la testa sul pavimento e perdendo molto sangue. Le sue condizioni erano apparse subito disperate e non si era più ripreso, nonostante il ricovero d'urgenza al policlinico San Marco di Zingonia.

Don Zanchi ha lasciato nel dolore i suoi familiari (aveva tre sorelle e un fratello), le comunità di Pognano e di Arcene e anche quelle di Cividino e Quintano, Sabbio, Carvico e Lizzola dove aveva svolto il suo compito sacerdotale (oltre a un periodo come missionario in Africa).

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