Ex consiglieri, rimborsi da restituire
La Corte dei Conti: da 80 e 8.000 €

Le spese giudicate non congrue devono essere risarcite, ma in pratica nessuno sa come muoversi, che cosa debba essere fatto e se si possa fare ricorso o meno. La posizione dei bergamaschi. Cosa ne pensi? Commenta

Confusione. Questa la parola più adatta per descrivere la situazione che regna al Pirellone, dopo che la Corte dei Conti ha giudicato irregolari un milione di euro di rimborsi ai gruppi consiliari. Il problema è che i rilievi mossi riguardano il 2012 ma si rifanno a una legge, retroattiva, fatta nel 2013. Quindi in teoria le spese giudicate non congrue (che sono comunque altra cosa dall'inchiesta parallela della Procura di Milano, nella quale le cifre contestate sono molto più alte) devono essere risarcite, ma in pratica nessuno sa come muoversi, che cosa debba essere fatto e se si possa fare ricorso o meno.

«Facciamo presto»
Sul tema, comunque, è intervenuto anche il governatore Roberto Maroni, secondo il quale il Consiglio regionale deve chiedere ai consiglieri della passata legislatura la restituzione del rimborsi ai gruppi che la Corte ha valutato come irregolari. «Penso - ha detto Maroni - che l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale lombardo debba chiedere a tutti di rimborsare la Regione: chi riterrà poi di aver speso legittimamente opporrà le proprie ragioni». Il recupero di questi soldi, infatti, spetta al Consiglio regionale. Inoltre, Maroni si augura che «si faccia rapidamente» in modo da passare da «una brutta pagina che riguarda il passato» a un ripartenza «dall'anno zero». Il presidente della Regione ha poi confermato di essere a favore della totale cancellazione dei rimborsi ai gruppi, come sostenuto già prima della sua elezione: «La mia opinione personale è che non si debbano dare contributi ai gruppi oltre all'indennità e che, quindi, l'indennità sia onnicomprensiva». Sul fatto che il suo partito, la Lega Nord, sia quello con più spese irregolari, Maroni ha precisato: «I provvedimenti li abbiamo già presi, quasi tutti i coinvolti non sono stati ricandidati».

«Nessuno sconto»
Chiamato in causa dal governatore per il recupero dei rimborsi irregolari, il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo (Pdl), ha spiegato che «alla luce delle contestazioni sollevate, l'Ufficio di Presidenza ha deciso di svolgere ulteriori approfondimenti sui diversi aspetti che interessano il provvedimento emanato dalla Corte dei Conti». L'Udp, comunque, non intende fare «sconti a nessuno» e se ci sono «casi conclamati di abusi» dovrà esserci un risarcimento. Inoltre la necessità di approfondire gli aspetti tecnici ha cautelativamente indotto l'Ufficio di Presidenza «a sospendere l'erogazione dei 220.212 euro inizialmente stanziati per i gruppi per il trimestre aprile-giugno 2013». La cifra, peraltro, era già stata «ridotta di un terzo e aveva prodotto un risparmio per le casse regionali di 500 mila euro». Poi, aggiunge Cattaneo, «l'Udp tratterà delle regole del finanziamento ai gruppi all'interno di una nuova normativa sui costi della politica, che il Consiglio regionale approverà entro giugno». Però «c'è un aspetto più problematico che riguarda la legge nazionale». La norma, infatti, «impone retroattivamente modalità di rendicontazione non previste dalle normative regionali precedenti» e, per di più, «i gruppi oggi esistenti non corrispondono più a quelli della IX legislatura e quasi tutti i capigruppo sono cambiati». Sono questi i principali aspetti su cui «gli uffici legislativi stanno lavorando».

Le posizioni dei bergamaschi
Gli ex consiglieri bergamaschi a cui la Corte ha fatto dei rilievi sono i leghisti Daniele Belotti, Giosuè Frosio e Roberto Pedretti; i pidiellini Marcello Raimondi e Carlo Saffioti; l'ex centrista Valerio Bettoni e l'esponente del Partito dei pensionati Elisabetta Fatuzzo. Belotti si dice d'accordo con la restituzione, ma non deve essere un ammissione di una colpevolezza che non c'è: «Avevamo un regolamento e determinate spese erano ammissibili, fino a ieri». Oggi, invece, «con questa interpretazione della Corte dovremmo restituire alcune spese, però quasi tutti hanno speso in base alle disposizioni di legge allora vigenti». Belotti si dice «a favore della restituzione, ma non perché si è sbagliato, ma come gesto di sensibilità verso la situazione». In ogni caso all'ex assessore leghista «vengono contestati 80 euro per delle buste e la cancelleria era una delle spese ammissibili».

Il suo collega di partito, Giosuè Frosio, non le manda a dire: «Non me ne può fregare niente, ho agito secondo coscienza e se si è fatta una legge retroattiva sotto pressione, mi viene da ridere». «Io - aggiunge - mi sento a posto con la mia coscienza, non sono entrato in Regione per fare soldi, ho seguito le indicazioni del capogruppo e del segretario nazionale». Anzi, «ho sempre speso la metà rispetto alle possibilità». Frosio, poi, lancia una frecciata all'attuale governatore: «Se Maroni dice che dobbiamo restituire dei soldi va bene, ma perché ha tenuto lì persone che hanno speso più di me come Colla, Romeo e Cecchetti? Non è vero che chi ha sbagliato è stato mandato via».

Sempre sul fronte Lega, ieri non è stato possibile rintracciare l'ex consigliere Roberto Pedretti. L'ex vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Saffioti, sottolinea: «Avevo fornito alla Corte dei Conti una documentazione che mi sembrava esaustiva e devo ancora prendere visione dei rilievi». Insomma, «devo capire bene e sentire il gruppo per capire qual è l'intenzione, se si può fare ricorso, eccetera».

Saffioti spiega: «Ci siamo comportati secondo quanto previsto da regolamenti e prassi in vigore da 40 anni, ci sono fondi destinati a gruppi per funzionamento e promozione, che comprendono ad esempio acquisizione di tecnologia, organizzazione di incontri, che spesso avvengono in orari di pranzo o cena. In tutto la Corte mi contesta circa 7/8mila». Secco il commento di Raimondi: «Non ho ancora deciso che cosa fare, lo deciderò assieme al gruppo. Mi vengono contestati circa 1.500 euro».

A Bettoni, invece, vengono contestati circa 2.476 euro. Si tratta di viaggi fatti per il Consiglio «a Roma dal ministro e in commissione parlamentare e poi a Bruxelles alla commissione ambiente». L'ex consigliere regionale aggiunge: «Se uno fa politica deve muoversi, non può certo rimanere a casa. C'era una legge che ci permetteva di fare queste spese. Prenderò un avvocato e vedrò il da farsi». Infine ad Elisabetta Fatuzzo vengono contestati 827 euro.

Fabio Florindi

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