Gruppi di ciclisti in superstrada
Serve tolleranza o pugno di ferro?

Ciclisti in gruppo sulla superstrada, in un tratto dove è vietato il transito alle dueruote. Accade molto spesso. Prendendo spunto dalla lettera che ci ha inviato il nostro lettore Alessandro, apriamo il dibattito. Serve tolleranza o il pugno di ferro? Commenta

Ciclisti in gruppo sulla superstrada, in un tratto dove è vietato il transito alle dueruote. Accade molto spesso. Prendendo spunto dalla lettera che ci ha inviato il nostro lettore Alessandro, apriamo il dibattito. Serve tolleranza o il pugno di ferro?

Il tratto tirato il ballo da Alessandro è quello a quattro corsie - due per ogni senso di marcia - che parte da Dalmine e sale verso Villa d'Almè. Andando in bici qui si corrono quasi gli stessi rischi che si correrebbero pedalando sulla corsia di emergenza di un'autostrada.

Abbiamo provato, con un motore di ricerca web, a inserire le parole «ciclisti» e «strada statale». Il risultato sono state una serie di foto agghiaccianti di incidenti mortali. Il che deporrebbe a favore della tesi di Alessandro.

Ma vorremmo sapere anche cose ne pensano i nostri lettori?
Li invitiamo a commentare qui la notizia
.

Ecco la lettera di Alessandro
«Buongiorno redazione,
questa mattina, 18 maggio, ore 7.30, nel tratto a doppia corsia della Dalmine-Villa d'Almè, in direzione Villa d'Almè, tratto nel quale è chiaramente segnalato il divieto di transito per le biciclette (ma basta solo un poco di buonsenso), un bel gruppo di cicloamatori pedalava in doppia fila, chiaccherando amabilmente.

Mi chiedo se per far scattare i controlli su questa strada, sempre percorsa da ciclisti (arroganti, che si arrabbiano quando viene loro fatto notare che non possono transitare), sia necessario il morto...

Più di una volta ho assistito a situazioni molto pericolose che non sono sfociate in tragedia solo per un soffio.
Grazie e buona giornata».
Alessandro R.

© RIPRODUZIONE RISERVATA