Lo scialpinista travolto dalla valanga
Condizioni stabili, si spera ancora

L'attesa di notizie è infinita, come infiniti sono stati quei minuti passati sotto la neve da Valter Bertocchi di Leffe, sabato scorso, in alta Val Camonica, e che ancora lo costringono in condizioni critiche agli Spedali Civili di Brescia.

L'attesa di notizie è infinita, come infiniti sono stati quei minuti passati sotto la neve da Valter Bertocchi di Leffe, sabato scorso, in alta Val Camonica, e che ancora lo costringono in condizioni critiche agli Spedali Civili di Brescia.

In Val Gandino non si parla d'altro: la disgrazia, sui monti fra Temù e Pontedilegno, ha scosso profondamente la gente. Valter, conosciuto e stimato per la generosità non comune, è stato per due mandati presidente della sottosezione Cai di Leffe: oltre 400 soci e un'attiva sezione di alpinismo giovanile seguita anche da Valter.

Lunedì sera molti si sono ritrovati in oratorio per una veglia di preghiera, intensa e partecipata. In paese c'è grande rispetto per l'ansia della moglie Barbara, dei figli e dei familiari, dai quali filtrano soltanto poche battute che non fanno altro che confermare all'unisono: «Bisogna aspettare, sperare in un miracolo».

I medici non si pronunciano e seguono i protocolli che in questi casi prevedono una continua osservazione del paziente e la sedazione controllata per stabilizzare le funzioni vitali. Valter Bertocchi è il ferito più grave dalla valanga che sabato ha travolto quattro escursionisti a oltre 3.000 metri di quota, poco dopo mezzogiorno.

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