La Bergamo bene in montagna
Nacque il Cai primo in Lombardia

Ha un posto di tutto rispetto la sezione di Bergamo alla bella mostra per il 150° del Club alpino italiano organizzata dalla sezione di Milano. Non che le sia stato riservato uno spazio particolare, ma le montagne delle Orobie sono ben conosciute ai milanesi.

Ha un posto di tutto rispetto la sezione di Bergamo alla bella mostra per il 150° del Club alpino italiano organizzata dalla sezione di Milano. Non che le sia stato riservato uno spazio particolare, ma le montagne delle Orobie sono ben conosciute ai milanesi, molti dei quali vi hanno mosso i primi passi da alpinisti.

Uno spazio di casa, familiare anche per il gran numero di famiglie che a partire fin dagli inizi del secolo scorso hanno incominciato a frequentare le valli bergamasche. Del resto la sezione di Bergamo, seconda per numero di iscritti, è prima in Lombardia per anzianità.

Intitolata ad Antonio Locatelli, è stata fondata nell'aprile del 1873, quella di Milano qualche mese più tardi, nel novembre dello stesso anno. I fondatori? Sia per quanto riguarda Bergamo che il sodalizio milanese un gruppo di appassionati, naturalmente benestanti.

Già allora molti bergamaschi andavano in montagna, ma per necessità: cacciatori, cercatori di minerali, contrabbandieri anche. Tutte attività grazie alla quali conoscevano ogni piega delle Orobie, i passi, le creste, nessuno che si spingesse fin sulle cime. Pericoli a parte, lassù non c'era niente che potesse destare interesse.

E se cercatori di minerali o cacciatori nell'inseguire i camosci si sono spinti molto in alto fino a toccare qualche cima, non ne è rimasta traccia. Ben diversamente si comportavano gli alpinisti dei primi tempi, che si sentivano investiti del ruolo di esploratori anche a scopi scientifici.

Significativa la prima salita in vetta alla Presolana ed esemplare è il racconto lasciato dall'ingeger Antonio Curò, che raggiunse la vetta in compagnia del cugino Federico Frizzoni. Le Orobie non erano del tutto sconosciute. Già gli inglesi, che stavano esaurendo a poco a poco l'esplorazione del settore occidentale delle Alpi, stavano facendo puntate sulle nostre montagne.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 23 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA