Fikri non usò la parola «uccidere»
Forse si richiederà l'archiviazione

Il caso Yara torna nelle aule di giustizia con l'incidente probatorio riguardante le quattro telefonate eseguite da Mohammed Fikri al centro di una nuova perizia conclusasi - di fatto - con un ulteriore passo avanti verso una nuova richiesta di archiviazione della posizione del marocchino.

Il caso Yara torna nelle aule di giustizia con l'incidente probatorio riguardante le quattro telefonate eseguite da Mohammed Fikri al centro di una nuova perizia conclusasi - di fatto - con un ulteriore passo avanti verso l'archiviazione della posizione del marocchino.

Le telefonate sono state esaminate a fondo dal perito incaricato - un docente universitario di Lingie Orientali. Due in particolari quelle ritenute più importanti.

Nella prima emerge che la fidanzata di Fikri avrebbe chiesto al compagno marocchino: «L'hanno uccisa vicino al cancello?» Secondo il perito, il dialogo fra Fikri e la fidanzata è avvenuto quando quest'ultima aveva già visto i telegiornali e pertanto sapeva già dell'accaduto. Fkri a sua volta, secondo il docente, ha risposto con «Non so, può essere». E' chiaro tuttavia per il perito che l'elemento «cancello» è stato introdotto dalla fidanzata di Fikri dopo aver visto le immagini televisive.

La seconda telefonata riguarda le parole in precedenza tradotto come «Non l'ho uccisa io». Secondo il perito la parola uccidere non è mai stata pronunciata. Fikri - in attesa di parlare con un conoscente prima di tornare in Africa - avrebbe invece detto «Mio Dio, mio Dio facilitami (agevolami) nella partenza», come del resto avevano già sostenuto il consulente del pm e la difesa di Fikri.

Stante così le traduzioni, si profila ormai all'orizzonte una nuova richiesta di archiviazione del fascicolo Fikri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA