Lega, un poker di candidati
nella corsa per la segreteria

Avanti c'è posto. La corsa alla segreteria provinciale del Carroccio si fa affollata. Il ritorno di Daniele Belotti, l'onda verde di Stefano Locatelli, l'ex capogruppo (e candidata sindaco nel 1999) a Palafrizzoni Raffaella Bordogna e ora anche Giosuè Frosio.

Avanti c'è posto. La corsa alla segreteria provinciale del Carroccio si fa affollata. Il ritorno di Daniele Belotti, l'onda verde di Stefano Locatelli, l'ex capogruppo (e candidata sindaco nel 1999) a Palafrizzoni Raffaella Bordogna e ora anche Giosuè Frosio, consigliere regionale dal 2005 a qualche mese fa. E vittima di uno spoil system (come Belotti) che l'ha lasciato un attimo con la bocca amara.

«Corro perché non credo che la sola discriminante del futuro della Lega sia quella anagrafica» spiega pungente Frosio. «Anzi, volendo dirla tutta, il bello arriva dopo i 35 anni, perché c'è la maturazione. Quindi sono a disposizione del movimento, perché ritengo che la passione e l'impegno siano fondamentali, ben più del dato anagrafico».

Un riferimento nemmeno tanto velato alla discesa in campo di Locatelli, che qualcuno vede come una sorta di new wave del Carroccio. Anche se i problemi interni alla Lega non sono tanto anagrafici, quanto temporali: il discrimine è la celebre «notte delle scope» dell'aprile 2012 alla Fiera di Bergamo.

Quella che sancì il passaggio della leadership tra Umberto Bossi e Roberto Maroni, ufficializzato qualche mese dopo al congresso di Assago. Lo scontro è tra una Lega «prima» e una Lega «dopo», e il distinguo si estende ai protagonisti di questo o quel periodo. La Bordogna, invece, sembra rappresentare i bossiani duri e puri, quelli comunque fedeli al capo nonostante tutto. Una sorta di enclave tra gli stessi protagonisti della fase ante «notte delle scope».

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