Bossi: mi candido alla segreteria
Ormai è guerra aperta con Maroni

«Certo, sono pronto a candidarmi alla segreteria della Lega»: Umberto Bossi, dopo lo strappo di martedì con il «traditore» Roberto Maroni, rovescia il tavolo della Lega e lancia la sfida aperta al suo successore che intende scalzare dalla guida del Carroccio.

«Certo, sono pronto a candidarmi alla segreteria della Lega»: Umberto Bossi, dopo lo strappo di martedì con il «traditore» Roberto Maroni, rovescia il tavolo della Lega e lancia la sfida aperta al suo successore che intende scalzare dalla guida del Carroccio.

Sfodera lo spadone di Alberto da Giussano Bossi intenzionato a far saltare le teste di chi ha preso il suo posto, ed è pronto a battersi per riprendere le redini del movimento; anche a costo di spaccare la Lega, di arrivare ad una conta rischiosissima per il futuro del Carroccio.

Ma dopo l'intervista di martedì a «la Repubblica» Bossi ha deciso di giocare il tutto per tutto e di combattere a viso aperto contro Maroni che ora lo accusa di danneggiare la Lega. «Le tue sono tutte balle», gli ha risposto tranchant Bossi poco prima di lanciare la sua provocazione con l'autocandidatura.

Il senatur è apparso infastidito per le reazioni alla sua intervista a Gad Lerner nella quale ha criticato la gestione maroniana del Carroccio. Non gli sono andate giù le parole della direttrice della «Padania» che in una intervista ha detto che i soldi per il nuovo giornale di Bossi li avrebbe messi Silvio Berlusconi. «Ma come si fa a dire una cosa del genere - si è ribellato -. La denuncio».

Il senatur mercoledì si è solo affacciato alla riunione dei parlamentari leghisti e subito ha alzato i tacchi. «Cosa gli ha detto?», gli hanno domandato i cronisti. «Ho dato un'occhiata e me ne sono andato. Sono ancora lì», ha risposto. Ma poi si è saputo che alla riunione erano presenti anche l'ormai «nemico» Maroni, insieme a Calderoli e Cota.

E non è escluso che fosse in corso proprio una sorta di «processo» al vecchio capo. Di certo qualcuno ha pronunciato la parola proibita «espulsione». Lo ha fatto ad esempio Flavio Tosi in una intervista: «Quelle a Maroni sono offese gratuite. In una situazione normale quando c'era Bossi segretario se qualcuno avesse detto al segretario federale quello che lui ha detto a Maroni sarebbe stato espulso. Però Maroni ha affetto per lui e non se la sente di espellerlo», ha detto il segretario veneto del Carroccio per il quale «ci sono zero possibilità che Bossi si riprenda la Lega».

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