«Il convento abbandonato lo prova
Bergamo non sarà mai capitale»

«Questa è la prova che Bergamo non sarà Capitale della Cultura». Così il critico Vittorio Sgarbi dopo la visita lunedì al Convento della Ripa di Desenzano di Albino. «Vedere questo abbandono significa che ci sono stati, almeno nel Dopoguerra, sessant'anni di ignoranza».

«Questa è la prova che Bergamo non sarà Capitale della Cultura». Così il critico Vittorio Sgarbi dopo la visita lunedì al Convento della Ripa di Desenzano di Albino. «Vedere questo abbandono significa che ci sono stati, almeno nel Dopoguerra, sessant'anni di ignoranza».

«È incredibile - ha detto Sgarbi davanti alle telecamere all'interno dell'ex convento di Albino - vederne l'importanza, la solennità». La struttura è ora oggetto di un progetto di recupero dal titolo «Valseriana: un sistema che fa differenza», per il quale è stato ottenuto un finanziamento Cariplo di 680.000 euro.

«La qualità è altissima, sia nell'architettura della chiesa sia nel chiostro». Cosa fare allora per valorizzarli e salvarli? «Intanto ne parlo col ministro. E poi - ha aggiunto - la Cariplo effettivamente ha finanziato con 40 milioni di euro i distretti culturali. Potrebbe inserire questo in un distretto».

Quando qualcuno però gli fa notare che l'ingresso nel distretto non c'è stato, Sgarbi non s'è lasciato sfuggire l'occasione della battuta: «Questa è la prova che Bergamo non sarà Capitale della Cultura. Che una cosa sia in queste condizioni è una colpa abbastanza grave: non so a chi attribuirla, a qualcuno che è stato miope fino a oggi».

Al teatro Sociale, durante il suo intervento lunedì sera all'incontro Verba Manent, Sgarbi ha poi corretto il tiro: ha definito Bergamo capitale della cultura comunque, anche se non alla fine dovesse arrivare prima. Ha però precisato che sia Matera - della quale aveva già parlato al nostro giornale - sia Urbino sono rivali d'eccellenza. Anche se, per il critico, alla fine Bergamo è la Firenze del Nord.

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