A Longuelo muro contro muro
sul parco aperto o chiuso di sera

L'esempio di quanto sia complicato di questi tempi mettere d'accordo le idee e le esigenze dei cittadini su come sfruttare determinati spazi della città arriva da Longuelo. Nelle ultime settimane a tenere banco in quartiere c'è la questione del parco Leidi.

L'esempio di quanto sia complicato di questi tempi mettere d'accordo le idee e le esigenze dei cittadini su come sfruttare determinati spazi della città arriva da Longuelo. Nelle ultime settimane a tenere banco in quartiere (ma non solo) c'è la questione del parco Leidi.

Il Comune ha iniziato qualche settimana fa i lavori per la costruzione di una cancellata che avrebbe dovuto chiudere il parco nelle ore notturne, andando incontro a lamentele dei cittadini che abitano nei pressi del parco. Tuttavia, non appena i lavori sono iniziati e tutti si sono resi conto di cosa stesse accadendo, i lavori sono stati interrotti perché altri residenti di Longuelo si sono lamentati per una decisione definita «inconcepibile». Da lì in poi una serie di proteste, repliche e controrepliche partendo dalla questione «chiusura del parco» e spaziando su numerosi fronti per approfondire il problema e sviscerarlo in ogni sua parte. Ieri è arrivato il tanto atteso «faccia a faccia» tra i favorevoli alla chiusura e i contrari. Il tutto è avvenuto proprio all'interno del parco Leidi: a dire il vero erano stati i favorevoli al parco aperto ad aver organizzato una raccolta firme tra di loro ma si sono trovati di fronte i favorevoli alla chiusura e da qui è nata una discussione più o meno civile e costruttiva. I favorevoli al parco aperto hanno raccolto più di 300 firme in tutto il quartiere, aprendo anche una pagina Facebook («Io abito a Longuelo»). «Non è ammissibile per nessuna ragione al mondo che questo parco venga chiuso ? spiega Paolo Locatelli, portavoce di chi ha votato a favore del parco aperto ?. Prima di tutto la questione è di impatto ambientale: vedere metri di cancello che delimitano una zona verde ai piedi del Parco dei Colli è un pugno nell'occhio.

Secondariamente c'è un problema più culturale: essendo un luogo pubblico, ed essendo nato come parco aperto, noi riteniamo che debba rimanere tale perché, soprattutto d'estate, tutti possano usufruirne in modo civile. Noi non vogliamo mettere in secondo piano i problemi evidenziati da chi abita vicino al parco ma far capire loro che a nostro avviso ci sono tanti modi per "educare" i cittadini e di conseguenza poter vivere in modo pacifico in una società. In tutta Europa infatti i parchi sono aperti a tutti ventiquattro ore su ventiquattro: siamo solo noi che pensiamo che, facendo le barricate, limitiamo gesti (sicuramente da condannare come atti vandalici) di qualche balordo. Un cancello come quello che sta per essere costruito è facilmente scavalcabile e se non entrano qui trovano sicuramente un altro spazio dove passare una serata in compagnia tra amici, e il problema passerà ai residenti della prossima zona che sarà scelta dai ragazzi come luogo di ritrovo». A sposare questa tesi tanti giovani genitori che nei mesi estivi vorrebbero portare al parco i propri bambini e che vorrebbero cambiare «la tipica mentalità chiusa della vecchia generazione». Dall'altra parte, però, quelli che vorrebbero la chiusura del parco vogliono far valere le proprie ragioni. Sono soprattutto i residenti di via Strada Vecchia (che confina col parco) a esporsi elencando le problematiche da loro rilevate: «Non appena arriva il bel tempo e l'estate - dicono una decina di residenti - riuscire a prendere sono ad un'ora decente diventa praticamente impossibile, perché si sentono le chiacchiere e gli schiamazzi di chi passa la notte nel parco». Altro problema rilevato è quello della sicurezza: «Due volte ho trovato nel mio giardino di casa ubriachi o estranei che dal parco sono entrati nella mia proprietà - spiega un altro residente -. Chiudendo il parco si metterebbe un ostacolo a tutti quelli che vorrebbero entrare: a noi basterebbe una staccionata di legno poco invasiva, giusto per far capire a tutti che scavalcarla negli orari proibiti rappresenterebbe un reato». Terza problematica, quella degli atti vandalici: «Periodicamente succede che troviamo fontane abbattute, muretti rotti o murales poco appropriati per un parco pubblico - raccontano altri residenti -. Naturalmente il Comune deve provvedere alla sistemazione dei danni usufruendo di soldi che sono poi i nostri». Si è provato anche a mettersi in cerchio per discutere in modo costruttivo e trovare una soluzione ma nulla da fare, le posizioni sono completamente agli antipodi: persino l'idea di organizzare un'assemblea pubblica con l'amministrazione ha scatenato altri dibattiti.

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