Gli ex gestori dell'Hemingway:
«Polizze vita anche su di noi»

Anche il loro destino era diventato una garanzia economica a favore di Fabio Bertola. I fratelli Marcello e Filippo Ravanelli, ex gestori dell'Hemingway Cafè di via Borfuro, avevano stipulato due polizze da 250 mila euro a testa, puro rischio morte.

Anche il loro destino era diventato una garanzia economica a favore di Fabio Bertola. I fratelli Marcello e Filippo Ravanelli, ex gestori dell'Hemingway Cafè di via Borfuro, avevano stipulato due polizze da 250 mila euro a testa, puro rischio morte. Beneficiario, l'architetto di Verdellino, in cella dal 6 giugno con l'accusa di essere il mandante dell'omicidio di Roberto Puppo, ammazzato in Brasile il 24.11.10 e pure lui intestatario dello stesso tipo di assicurazione.

«Ho firmato una proposta di polizza sulla vita come copertura della fidejussione che Bertola aveva sottoscritto per comprare la licenza del locale - confida Marcello, 38 anni -. Ma non ho mai pagato le quietanze».

Il sospetto è che a queste incombenze abbia provveduto lo stesso architetto come - secondo il pm Carmen Pugliese - aveva fatto con gli altri.

La dodicesima assicurazione, s'è scoperto, è intestata a Corrado Cornago di Vertova, socio di Bertola nella Rodisio immobiliare di Verdellino. La maggior parte delle polizze era stipulata davvero a garanzia del denaro che l'architetto prestava, e nemmeno gli inquirenti se la sentono di dire che dietro a ogni contratto si celasse il disegno di un delitto.

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