La Goletta sul lago d'Iseo
Sette su dieci sono punti critici

Sono sette i punti critici rilevati dalla Goletta dei Laghi di Legambiente lungo la costa del lago d'Iseo, 4 sulla sponda bergamasca e 3 su quella bresciana. Sotto accusa anche quest'anno i corsi d'acqua che arrivano al lago. «Grave che molti Comuni siano inadempienti».

Il Sebino non supera ancora l'esame della Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente, realizzata con il contributo di Coou e Novamont, che ogni anno monitora la qualità delle acque del bacino lacustre. Su 10 rilevamenti effettuati sono 7 i punti critici: 4 sulla sponda bergamasca e 3 su quella bresciana. Qui la mappa

I tecnici della Goletta dei Laghi hanno monitorato foci e punti critici, raccolti anche grazie alle segnalazioni dei cittadini, con l'obiettivo di scovare gli scarichi non depurati che arrivano, direttamente o attraverso le foci di fiumi e canali, nel lago. Un'istantanea della condizione delle acque che non costituisce alcuna patente di balneabilità. Si tratta infatti di dati spot raccolti una volta sola e che non vogliono sostituirsi ai controlli che l'Asl esegue ogni 15 giorni in primavera e in estate.

I PUNTI INQUINATI
Sulla sponda bergamasca fortemente inquinati sono i punti presso la foce del fiume Oglio a Costa Volpino e la foce del torrente Rino a Tavernola Bergamasca. Risultano inquinati il campione prelevato tra Lovere e Costa Volpino nei pressi del torrente Re Scudio e quello di Castro alla foce del torrente Borlezza.

Nel bresciano si conferma fortemente inquinato il punto prelevato a Pisogne, nei pressi del Canale industriale in darsena. Risultano infine inquinati quello prelevato a Monte Isola, al porto turistico di Siviano, e quello di Sulzano presso la foce del torrente Calchere.

Facendo una comparazione tra i campionamenti degli ultimi quattro anni, dal 2010, risultano  sempre fuori dai limiti di legge i punti di: Castro, torrente Borlezza; Costa Volpino, Foce Oglio; Pisogne, Canale industriale; Tavernola Bergamasca, Torrente Rino.

Giudizio positivo invece per tre situazioni tutte sulla sponda bresciana: la foce del torrente Bagnadore a Marone, il canale presso l'ex pesa pubblica in località Toline a Pisogne, il campione prelevato a lago davanti all' Ospedale di Iseo.

«Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008 – commenta Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia -. Le analisi ci confermano che i problemi per il lago continuano ad arrivare direttamente dai corsi d'acqua. L'Oglio e il Borlezza si confermano ancora una volta i principali imputati e determinano la vera emergenza che va sanata nel minor tempo possibile».

Una richiesta che gli ambientalisti ripetono ormai ogni anno nonostante alcuni importanti interventi come la realizzazione del collettore di Cedegolo e il raddoppio del depuratore di Esine, che però da soli non bastano a ridurre la portata dell'inquinamento a lago visto che molti Comuni della Val Camonica non risultano ancora collettati.

E rimane ancora irrisolto il problema della depurazione in alta Val Camonica (Malonno – Edolo). «È vergognoso l'atteggiamento delle amministrazioni comunali che non si assumono le proprie responsabilità – attacca Massimo Rota, presidente del circolo Legambiente Alto Sebino -. Certamente stiamo parlando di grossi investimenti, ancora più significativi in momento di scarsità  di risorse. Ma stiamo parlando anche di una situazione strutturale che va avanti da 35 anni e che deve essere risolta, tanto più adesso che la dotazione infrastrutturale lo consente. E poi si dovrà finalmente affrontare anche il tema dello sdoppiamento delle acque chiare e scure. Sono queste le vere priorità del territorio, verso cui convogliare tutte le risorse economiche possibili».

Stesso problema sul torrente Borlezza dove alcuni Comuni hanno avviato il completamento del  sistema infrastrutturale fognario ma intere zone scaricano ancora direttamente nel fiume.

Tra i punti che per la prima volta compaiono quest'anno nella lista nera degli ambientalisti c'è il porto di Siviano a Monte Isola. Una segnalazione giunta ai tecnici della Goletta dei Laghi da un pescatore della zona che ha risposto all'invito lanciato dal Cigno Azzurro di partecipare attivamente alla campagna indicando situazioni critiche da monitorare. Senza dimenticare l'annosa vicenda del Rio Calchere a Sulzano che manca di un reale controllo.

Gli annosi problemi di inquinamento sono conseguenza della storia industriale di quest'area. Una storia che ha prodotto ricchezza per le comunità ma che nello stesso tempo ha inciso pesantemente sull'ambiente. Ora però il lago sta scoprendo una nuova vocazione economica, fondata su un modello di turismo sostenibile e di qualità, che non basi il proprio benessere sul consumo di suolo e lo spreco delle risorse.

Il Sebino deve diventare il centro di una rinascita economica basata sulla bellezza: un risultato da raggiungere con l'impegno di tutti gli attori locali.

Anche quest'anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. «La difesa dell'ambiente, e in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione», spiega Antonio Mastrostefano, responsabile comunicazione del COOU. L'olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. «Se eliminato in modo scorretto – continua - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l'ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un'auto, se versati in un lago inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche».

A contatto con l'acqua, l'olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Nel 2012, nella zona che circonda il lago d'Iseo, il Consorzio ha raccolto 11.611 tonnellate di oli lubrificanti usati, 7.189 in provincia di Brescia e 4.422 in provincia di Bergamo, mentre nell'intera Lombardia sono state recuperate 37.021 tonnellate.

I risultati del monitoraggio della settima tappa della Goletta dei Laghi sono stati presentati venerdì mattina in conferenza stampa a Castro da Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia; e Massimo Rota, presidente del circolo Legambiente Alto Sebino.

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