Indagato per un appalto da 97 milioni
Inchiesta nata dalle parole di Locatelli

Un funzionario di Metropolitana Milanese spa è indagato per concorso in turbativa d'asta nell'inchiesta della procura di Milano con al centro un appalto del valore di circa 97 milioni di euro. Inchiesta nata dalle parole dell'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli.

Un funzionario di Metropolitana Milanese spa è indagato per concorso in turbativa d'asta nell'inchiesta della procura di Milano con al centro un appalto, del valore di circa 97 milioni di euro, per l'affidamento dei lavori «inerenti la rimozione delle interferenze presenti nel sito espositivo» dell'Expo 2015.

Si tratta della prima gara che venne assegnata, nell'ottobre 2011, in relazione a opere in vista dell'Esposizione Universale. La notizia delle indagini a carico del dipendente di Mm, che era il direttore del cantiere al centro dell'inchiesta, è riportata oggi da «Repubblica» nelle pagine delle cronache milanesi.

Già nel maggio del 2012, tra l'altro, la Gdf di Milano, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, era andata ad acquisire tutta una serie di documenti relativi all'appalto: con un ordine di esibizione aveva chiesto «carte» sulla gara nella sede di Metropolitana Milanese spa, società che aveva ricevuto l'incarico dall'appaltante Expo spa di portare avanti l'istruttoria amministrativa per l'aggiudicazione della gara.

Al vaglio degli inquirenti, da quanto si è saputo, c'è l'ipotesi che possa essersi creato un «cartello» di imprese tra alcune delle società partecipanti alla gara e anche che qualche pubblico ufficiale possa essere stato corrotto con somme di denaro.

Il funzionario di Mm per sei mesi sarebbe stato intercettato dagli investigatori grazie a una «cimice» e ora i brogliacci di quegli «ascolti» sono al vaglio degli inquirenti. A portare i pm a indagare sulla gara d'appalto, come era già emerso nel maggio 2012, sono state le dichiarazioni dell'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, arrestato nel novembre 2011 con Franco Nicoli Cristiani, all'epoca vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, perché, secondo le indagini, l'imprenditore avrebbe versato una mazzetta da 100 mila euro al politico del Pdl in relazione al progetto di una discarica nel Cremonese.

Il procuratore Robledo e i pm hanno interrogato più volte Locatelli, il quale nei suoi verbali (secretati, l'inchiesta su Nicoli e gli altri è ancora aperta) avrebbe fornito elementi accusatori sulle presunte irregolarità di quell'appalto. Alla gara partecipò, infatti, anche la Locatelli Lavori spa e arrivò terza con un ribasso del 41,341%, mentre seconda si piazzò la Dec dei fratelli Degennaro, coinvolti nell'inchiesta sullo scandalo degli appalti a Bari, con un ribasso del 42,357%.

Vinse, il 20 ottobre 2011, la Cmc - che fa parte del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna - con un ribasso al «fotofinish», mettendo sul piatto 65 milioni di euro (per un appalto da 97 milioni), prezzo che è proprio una delle anomalie al vaglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA