Belotti e Ribolla: Criminalizzano
il buon senso della Lega Nord

«In occasione della visita a Bergamo del Ministro Kienge, paladina dello “ius migrandi”, ci poniamo alcune domande. Ci chiediamo quale sia il progetto di quella parte politica, così variegata e trasversale e travestita da angelo dei diritti umani, che va criticando e criminalizzando le dichiarazioni di buon senso della Lega Nord rispetto all'immigrazione e alla possibilità di accoglienza e integrazione di chi sbarca sul nostro Stato. Qual è il progetto politico, ad esempio, rispetto all'immigrazione clandestina in Italia , ma soprattutto nelle regioni del Nord dove si concentra l'approdo finale ? Le nostre città sono popolate da persone, per lo più italiani ma anche stranieri, sempre più senza lavoro, sempre più poveri, sempre più disperati, che si appoggiano all'assistenza sociale. Cosa pensiamo di offrire a coloro che giungono da zone tormentate dell'Africa o dei Paesi dell'est del mondo? Non inganniamoli. Diciamo la verità: diciamo che tanti di loro finiranno a mendicare o a compiere atti illegali per procurarsi da vivere o addirittura a cadere vittime della criminalità organizzata ».

Lo dichiarano Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega Nord, Luisa Pecce, segretaria cittadina e Alberto Ribolla, capogruppo in Consiglio comunale a Bergamo.

«Si vuole offrire una visione riduttiva delle posizioni della Lega – proseguono gli esponenti del Carroccio- che invece racconta una storia vera. La storia di un popolo in grande difficoltà, che non sa trovare soluzioni per i nati nella sua terra e che dovrebbe sobbarcarsi l'onere sociale ed economico di accogliere persone destinate comunque, anche nel nostro Paese, a diventare disperate. Secondo le utopie della” politica corretta”, chi arriva ha il diritto di essere accolto mentre chi riceve ha il dovere di accogliere, al di là di qualsiasi rispetto delle leggi delle frontiere o della necessità di sopravvivere alle proprie difficoltà. Siate onesti con chi scappa da disperato e pensa di trovare le risposte alla sua vita nel paese dei balocchi che non c'è più. La via da seguire è un'altra: quella di valorizzare le grandi ricchezze ed opportunità degli ex Paesi del terzo mondo , destinati in realtà ad uno sviluppo esponenziale se non saranno, in modo nuovo ma ancora una volta, colonizzati ( purtroppo brutti segnali ci sono già) e se verranno invece veramente aiutati per un reciproco vantaggio globale».

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