Morto nell'Adda per un gioco
«Più controlli della polizia locale»

«Mi capita spesso di passare su quel ponte e vedere dei ragazzi, anche del paese, che si buttano in acqua. Dico loro di stare attenti. Non so cosa si potrebbe fare di più». Il sindaco di Fara d'Adda Valerio Piazzalunga interviene dopo il tragico annegamento.

«Mi capita spesso di passare su quel ponte e vedere dei ragazzi, anche del paese, che si buttano in acqua. Dico loro di stare attenti. Non so cosa si potrebbe fare di più». Il sindaco di Fara d'Adda Valerio Piazzalunga interviene così il giorno dopo il tragico annegamento di Tony Calice, il diciassettenne di Bussero (Milano) inghiottito giovedì a Fara, dal fiume Adda.

Il ragazzo ha perso la vita facendo un gioco che sul fiume, nonostante i vigenti divieti di balneazione, molti giovani, anche di Fara, abitualmente fanno: ci si tuffa dal ponte sul canale dell'Italgen, alto circa tre metri; dopodiché ci si lascia trasportare per una trentina di metri fino a quando si raggiunge un tronco d'albero, sporgente sull'acqua, che serve da appoggio per salire sulla sponda.

Si può fare quindi qualcosa d'altro per scongiurare gli annegamenti? Sul territorio di Fara è vigente un'ordinanza di divieto di balneazione: per il primo cittadino è arrivato il momento di chiedere uno sforzo in più alla polizia locale con controlli delle sponde del fiume.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 13 luglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA