Sacbo e la zonizzazione acustica
«Nulla per vizio di forma, fatto grave»

Sacbo interviene a proposito delle motivazioni espresse in relazione alla sentenza del Tar Brescia che annulla l'attuale Zonizzazione acustica aeroportuale. Dalla lettura della sentenza appare come l'annullamento sia motivato da un vizio di forma, si legge in una nota.

Sacbo interviene a proposito delle motivazioni espresse in relazione alla sentenza del Tar Brescia che annulla l'attuale Zonizzazione acustica aeroportuale. «Dalla lettura della sentenza appare come l'annullamento sia motivato da un vizio di forma - si legge in una nota - seguito nell'iter approvativo dell'atto e non inerente il merito tecnico del suo sviluppo».

«Il pronunciamento del Tar Brescia, frutto di un ragionamento giuridico non direttamente specificato nelle normative esistenti in materia - aggiunge Sacbo -, appare indicare l'esigenza di sottoporre il processo di Zonizzazione ad una procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Tale iter costituisce la prima indicazione mai avuta in tal senso a livello nazionale ed, infatti, nessuna delle Zonizzazioni acustiche aeroportuali oggi definite od in via di definizione negli aeroporti nazionali ha mai seguito questa modalità di approccio, né il Ministero dell'Ambiente, membro delle diverse Commissioni Aeroportuali, ha mai espresso interpretazioni in tal senso».

«Sacbo, così come ha voluto affiancare gli Enti in occasione del ricorso appena conclusosi - si legge ancora -, pur non avendo ruoli attivi nei processi in discussione, manifesta il proprio supporto nei confronti di tutti gli Enti competenti quali Ministero dell'Ambiente, ENAC, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Comuni in merito alle decisioni che intenderanno promuovere alla luce di questo pronunciamento, nell'intento di cercare con la massima tempestività un percorso chiaro ed efficace per la tutela del Territorio e dell'infrastruttura stessa».

«Nel contempo, Sacbo non può ignorare come l'annullamento della Zonizzazione Acustica esistente produca nell'immediato delle ripercussioni dirette sul proprio Piano di Mitigazione, basato sugli adempimenti dettati, oltre che dalla normativa nazionale, dalle prescrizioni contenute nel decreto di Valutazione di Impatto Ambientale. Vengono, infatti, formalmente a mancare i limiti acustici cui riferirsi e l'estensione delle zone di rispetto aeroportuali ove procedere agli interventi di mitigazione, mettendo di fatto in una situazione di forte incertezza la bontà degli investimenti necessari alla loro realizzazione».

Nella nota Sacbo «prende atto della soddisfazione espressa dai ricorrenti nel vedere annullato un atto il cui sviluppo ha richiesto anni di analisi e confronti tra i membri della Commissione Aeroportuale: Enac, Ministero dell'Ambiente, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Comuni ed Enti tecnici e aeroportuali. Ed esprime amarezza nel veder annullato uno sforzo che riporta lo scalo e il territorio circostante in una situazione di incertezza come quella esistente tre anni or sono e che si protrarrà per un periodo che è impossibile prevedere».

«Benché gli effetti promossi da alcuni in nome della compatibilità ambientale dello scalo con il Territorio rischino di produrre effetti contrari, l'intenzione della Società è comunque quella di continuare come ha sempre fatto a cercare possibili vie concrete per garantire la compatibilità della propria presenza: dalla continua ricerca di miglioramenti delle rotte operata in seno alla Commissione Aeroportuale, alla realizzazione di interventi di mitigazione indipendentemente dall'esistenza della Zonizzazione Acustica, e basati sul reale disagio percepito delle persone, così come già fatto nel 2008 sulle quattro scuole di Orio al Serio e Bergamo».

Nel comunicato Sacbo «tiene a precisare come non verranno sospesi i lavori di rifacimento infissi e di climatizzazione recentemente annunciati nelle 125 abitazioni di Orio al Serio, Seriate e Grassobbio. Per le fasi successive del programma di interventi, sarà il Consiglio di Amministrazione a definire le azioni da intraprendere, cercando la condivisione con gli Enti comunali e sovraterritoriali coinvolti come sempre ha fatto in passato».

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