Superstite al dramma sul Pukajirka
Rocco amò per sempre la montagna

Era il 1981 e alla vetta del Pukajirka mancava poco. All'improvviso una frana: Rocco Belingheri si salva per miracolo, continuando ad amare la montagna. Sabato 20 luglio, all'età di 72 anni, la caduta fatale dal tetto a Vilminore.

Era il 14 luglio 1981 e alla vetta del Pukajirka mancavano poco più di 150 metri. La cima, a quota 6.010, nella catena delle Ande peruviane era l'obiettivo di una piccola ma determinata spedizione orobica. All'improvviso la parete frana e precipita nel vuoto trascinando con sè una cordata composta da cinque scalatori: Flavio Bettineschi, Italo Maj, Rocco Belingheri, Livio Piantoni e Nani Tagliaferri.

Da quel salto orribile si salvano, anche se gravemente feriti Rocco Belingheri, che all'epoca aveva 39 anni e Flavio Bettineschi, di 27. Un'esperienza dolorosa che li segnò profondamente ma non mise la parola fine al loro dialogo con la montagna. Belingheri in particolare mise a frutto la sua esperienza e le sue conoscenze per le operazioni del Soccorso alpino, non lesinando mai preziosi consigli. Ma i con il Purkajirka restava un conto aperto. Infatti nel 2001 una nuova spedizione scalvina si recò sui passi della prima per ricordare i tre amici scomparsi e tra i partecipanti spiccavano oltre a Roberto, figlio di Livio, i due superstiti: Bettineschi e lo stesso Rocco Belingheri ora morto cadendo dal tetto, a Vilminore.

Anche in quell'occasione le condizioni si rivelarono sfavorevoli agli scalatori, oltre all'imperversare del maltempo si confermò l'instabilità della parete rocciosa: condizioni che resero impossibile raggiungere la vetta. Ma soltanto l'idea di incrociare nuovamente i ferri con il Pukajirka fu la dimostrazione di un coraggio e di un amore per la montagna che andava oltre il puro gusto della conquista.

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