«Con lui in montagna ti sentivi sicuro
Addio Rocco, mancherai a tutti noi»

Quando domenica le campane di Vilminore hanno suonato, annunciando la scomparsa di qualcuno, in tutta la Val di Scalve già si sapeva che si trattava di Rocco Belingheri, tradito da un tetto scivoloso, proprio lui che aveva affrontato pareti ben più rdifficili.

Quando domenica mattina 21 luglio le campane di Vilminore hanno suonato, annunciando la scomparsa di qualcuno, in tutta la Valle di Scalve già si sapeva che si trattava di Rocco Belingheri, tradito da un tetto scivoloso, proprio lui che aveva affrontato pareti ben più ripide e difficili.

Difficile trovare qualcuno che non abbia un aneddoto da raccontare su di lui, un'esperienza vissuta in montagna o condivisa in paese. «Quando eravamo più giovani - racconta Angelo Piantoni, ex sindaco di Colere (paese natale di Rocco) e suo amico - ci eravamo buttati nell'avventura del bob a due: avevamo fatto dei corsi a Cervinia e poi avevamo anche partecipato ai campionati italiani».

E, come sempre, ci sono anche ricordi legati alla montagna. «Quando si andava in montagna con lui - spiega - si era tranquilli, sicuri, anche quando il sentiero si faceva più impegnativo. Non potevi che essere tranquillo, sapevi che lui ti avrebbe portato a casa. Era più forte di una roccia, e più leggero di una farfalla».

«Ultimamente la domenica andavamo a fare piccole escursioni con una compagnia di amici, che avevamo soprannominato la "compagnia del butep"; in quelle occasioni mi diceva che quando io sarei morto avrebbe portato le mie ceneri alla Guaita, e che lui non poteva di certo andarsene prima di me, anche se aveva qualche anno in più. E invece...».

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