Indennità Inail: «Non è reddito
Isee, non paghino i più deboli»

«Non possiamo accettare che si combatta l'evasione fiscale penalizzando le persone con disabilità. Come al solito a pagare sono sempre i più deboli». È il commento del presidente provinciale Anmil Luigi Feliciani al testo sulla riforma dell'Isee.

«Non possiamo accettare che si combatta l'evasione fiscale penalizzando le persone con disabilità. Come al solito a pagare sono sempre i più deboli». È il commento del presidente provinciale Anmil Luigi Feliciani al testo dello schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri nel quale è contenuta la riforma dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente - ISEE. Sull'argomento a breve dovranno pronunciarsi le competenti Commissioni di Camera e Senato.

Questo provvedimento preoccupa fortemente l'Anmil - che rappresenta circa 800.000 titolari di rendita, di cui oltre la metà sono iscritti all'associazione - in quanto include nel calcolo del reddito rilevante ai fini Isee anche tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari (come le prestazioni economiche erogate dall'Inail agli invalidi del lavoro e a coloro che hanno contratto malattie professionali) che non possono e non devono rientrare nel calcolo dell'Isee proprio per la loro natura prettamente «risarcitoria».

«In pratica, non si vuole comprendere che questa formulazione del nuovo Isee - sottolinea Feliciani - impone ai lavoratori assicurati dagli imprenditori all'Inail di computare nel calcolo Isee la rendita percepita a titolo indennitario per un danno permanente riportato per un incidente causato dall'attività lavorativa, come se fosse un reddito. Peraltro, come associazione di categoria più volte siamo stati rassicurati sul fatto che la riforma dell'Isee non sarebbe stata usata per operare tagli alla spesa sociale mentre ora si profila un danno che offende anche nella dignità quei lavoratori che non si sono visti tutelare la propria salute nei luoghi di lavoro e sono rimasti invalidi».

«Dunque - aggiunge il presidente dell'Anmil - chiediamo al ministro Giovannini e al ministro dell'Economia e delle Finanze Saccomanni di non mettere ulteriormente in ginocchio categorie svantaggiate che già pagano tutto il possibile e rappresentano la vera forza del nostro Paese, di cui più spesso ci si dimentica, salvo farle ritornare alla ribalta delle cronache quando notizie ‘scandalistiche' scovano tra 5 milioni di persone con disabilità quello 0,02% di ‘falsi invalidi' che tanto peso riesce ad avere nell'immaginario dell'opinione pubblica additati come corresponsabili del disastro economico nazionale, mentre non vengono chiesti sacrifici a coloro che sono realmente benestanti».

«Il nostro obiettivo - conclude Feliciani - resta quello di ottenere la chiara e definitiva esclusione delle prestazioni economiche Inail aventi natura risarcitoria, dal reddito rilevante ai fini Isee: un atto dovuto alle migliaia di persone che affrontano quotidianamente situazioni difficili non ulteriormente penalizzabili e questo è quanto abbiamo chiesto ai componenti delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato che dovranno esprimere il loro parere sul provvedimento entro la fine del mese».

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