Accusato di furto per 25 euro
Il giudice: soltanto una distrazione

Caso archiviato: la spesa galeotta di 25 euro rimasta nascosta dietro le confezioni di acqua al supermercato e per questo non pagata, non porta al processo per furto. Lo ha deciso il gip, archiviando definitivamente la vicenda di un trentenne di Bergamo, finito suo malgrado tra le maglie della giustizia dopo una banale spesa al supermercato.

Il fatto da cui la vicenda giudiziaria prende avvio risale al 17 maggio del 2012: il trentenne quel giorno aveva fatto la spesa al supermercato Esselunga di via San Bernardino, comprando tra le altre cose anche confezioni da sei di acqua minerale. Al momento di passare la merce sulla cassa per il pagamento, dalla cassiera gli viene detto di lasciare pure l'acqua nel carrello: «Tanto ho già il codice a barre, la lasci pure».

Una frase come spesso si sente dire in coda alle casse, e il conto della spesa era stato tranquillamente chiuso, con un totale di circa 75 euro regolarmente pagati. Il problema era però arrivato pochi passi e pochi istanti dopo, quando un addetto all'anti taccheggio aveva fermato il giovane, contestandogli la presenza nel carrello di merce non pagata: una confezione di pile, una di lamette da barba e qualche barretta energetica, per un valore totale di circa 25 euro.

Pronta l'accusa di averli volontariamente sottratti, e altrettanto pronta la risposta, seccata e decisamente risentita: «Macché sottratti, erano rimasti dietro la confezione di acqua e non li ho visti». La conseguenza per il trentenne era stata la denuncia a piede libero per furto. Tentativo - magari pure un po' maldestro - di furto o una banale distrazione? Alla fine, per il giudice ha prevalso quest'ultima posizione.

Leggi di più su L'Eco di martedì 30 luglio