Bruni sullo «Svuota carceri»:
«È solo un'occasione mancata»

Il carcere così com'è in Italia non è più sostenibile. Lo ha stabilito anche la Corte europea, che nella sentenza Torregiani, nel gennaio scorso, ha obbligato il nostro Paese a porre rimedio alla situazione di sovraffollamento entro un anno.

Il carcere così com'è in Italia non è più sostenibile. Lo ha stabilito anche la Corte europea, che nella sentenza Torregiani, nel gennaio scorso, ha obbligato il nostro Paese a porre rimedio alla situazione di sovraffollamento entro un anno.

Tra gli strumenti che il governo ha messo in atto per trovare una soluzione, oltre al decreto Svuota carceri in questi giorni all'esame della Camera, ci sono anche quattro commissioni di esperti che stanno elaborando delle proposte per rallentare il flusso di detenuti che ogni giorno entrano in cella (oggi sono 67 mila, la capienza regolamentare è di 47 mila)

In una di queste commissioni volute dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, nominato dall'Unione camere penali, c'è Roberto Bruni, avvocato da sempre impegnato in politica (ex sindaco, è attualmente consigliere regionale del Patto civico e consigliere comunale) e già chiamato, in passato, a ricoprire incarichi tecnici per consulenze ministeriali.

Avvocato Bruni, qual è lo scopo della commissione?
«In sostanza abbiamo il compito di studiare una proposta di modifica dell'attuale normativa penitenziaria».

In concreto?
«Dobbiamo affrontare una serie di temi: la tutela dei diritti dei detenuti, il testo unico sugli stupefacenti, i collegamenti audio-video per la partecipazione ai processi, la normativa sull'immigrazione, la questione del braccialetto elettronico, le misure cautelari...».

Vi è stato chiesto di intervenire sul decreto Svuota carceri?
«Ci è stato chiesto di proporre qualche emendamento migliorativo, ma l'iter parlamentare è già partito, e ha preso tutt'altra direzione».

Qual è il suo giudizio sul decreto?
«Lo trovo un provvedimento piuttosto timido, in parte un'occasione sprecata».

Non tiene fede al suo nome, "svuota carceri", nonostante le polemiche?
«No, anche se sicuramente è rilevante per almeno due aspetti. Elimina il "doppio binario" per i recidivi (ossia l'inasprimento delle sanzioni per chi reitera il reato, la cosiddetta ex Cirielli, ndr) e limita alcune carcerazioni inutili consentendo di avere, scusi il bisticcio di parole, in via anticipata la liberazione anticipata».

Ora il decreto è sottoposto all'iter parlamentare.
«E il Senato ha fatto un'operazione di peggioramento del testo, perché ha reintrodotto una serie di esclusioni dalla sospensione dell'esecuzione, compromettendo lo scopo per il quale era stato fatto il decreto, che intendeva svuotare il carcere proprio dai recidivi. Ora vedremo alla Camera».

Leggi l'intervista completa di Paolo Doni su L'Eco di domenica 4 agosto

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