Un sorpasso azzardato a Cologno
Così un 49enne rischia un braccio

Un sorpasso azzardato e incompleto, con l'auto che finisce in mezzo alla carreggiata andando contro un tir proveniente dalla direzione opposta e anche il camion che stava tentando di superare. Questa la probabile dinamica dell'incidente di Cologno al Serio.

Un sorpasso azzardato e incompleto, con l'auto che finisce in mezzo alla carreggiata andando contro un tir proveniente dalla direzione opposta e anche il camion che stava tentando di superare. Questa la probabile dinamica dell'incidente stradale accaduto che lunedì mattina 5 agosto a Cologno al Serio ha mandato in tilt la strada provinciale 122 Francesca.

Il conducente dell'auto, M. D. 49 anni di Urgnano, è rimasto gravemente ferito e ora si trova ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il ferito si trova in cura nel reparto di terapia intensiva per le gravi ferite riportate nel tremendo impatto tra la sua Ypsilon e un camion carico di sacchi contenenti carbone in polvere.

M. D., subito dopo il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale, è stato sottoposto a tutti gli accertamenti radiografici del caso e quindi a una delicata operazione chirurgica nel tentativo di salvare il braccio sinistro. L'arto ha infatti riportato gravissimi traumi nell'impatto tra la parte anteriore sinistra dell'auto e il camion.

Nell'incidente stradale di ieri mattina sono rimaste coinvolte anche due altre vetture: una Ypsilon rimasta parzialmente schiacciata dalla cabina del camion che si è ribaltato e una Panda che è stata colpita da alcuni sacchi in juta con la polvere di carbone.

La conducente della Lancia, P.P. una milanese di 48 anni, è stata precauzionalmente trasportata in autoambulanza all'ospedale Bolognini di Seriate: qui è stata visitata e sottoposta agli esami necessari e poi dimessa con pochi giorni di prognosi. Illesi invece i conducenti dei due camion e la donna ventottenne di Cologno che era al volante della Panda.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 6 agosto

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