Villa Calderoli, ancora i ladri:
secondo tentato furti in 4 mesi

Secondo tentativo di furto nel giro di quattro mesi a villa Calderoli, sui colli tra Mozzo e Bergamo. L'allarme è scattato giovedì pomeriggio: i ladri sono fuggiti a mani vuote. Sono intervenuti i carabinieri della stazione di Curno e del Nucleo operativo di Bergamo.

Secondo tentativo di furto nel giro di quattro mesi a villa Calderoli, sui colli tra Mozzo e Bergamo. L'allarme è scattato giovedì verso le 16,30 e i ladri sono fuggiti a mani vuote. Subito sono intervenuti i carabinieri della stazione di Curno e del Nucleo operativo di Bergamo, insieme a una pattuglia della polizia di Stato.

A quanto si è appreso, i ladri hanno scavalcato la recinzione e sono entrati nel vasto parco che circonda la villa. Ma l'antifurto è scattato e i malviventi sono fuggiti a gambe levate prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. L'ex ministro leghista non si trovava in casa al momento del colpo: era a Roma impegnato in Senato. «Non ho nulla da dire su questo episodio, ci sono problemi di sicurezza» è stato l'unico commento di Calderoli, raggiunto telefonicamente.

Di certo si pone qualche problema di sicurezza, visto che è il secondo tentativo di furto nella villa del senatore nel giro di quattro mesi. L'ultimo era stato il 14 aprile, un colpo praticamente fotocopia di quello di ieri: i ladri erano entrati nel parco ma l'antifurto li aveva costretti alla fuga. E anche in quell'occasione Calderoli si trovava fuori casa. Potrebbe essere una coincidenza, ma è anche possibile che i ladri agiscono tenendo d'occhio l'agenda dei lavori in Senato.

C'è poi da ricordare che da un anno è stato tolto il presidio fisso delle forze dell'ordine fuori dalla villa di Calderoli. Il servizio vedeva impegnati ogni giorno otto tra poliziotti, carabinieri e finanzieri suddivisi a coppie su quattro turni di sei ore ciascuno, per coprire tutte le 24 ore. Gli uomini dovevano restare di guardia anche quando la villa era deserta. Il presidio fisso era stato stabilito dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per garantire l'incolumità dell'ex ministro: Calderoli infatti è nel mirino degli estremisti islamici fin dal 2006, dopo la vicenda della maglietta con la caricatura di Maometto.

Agli otto uomini davanti alla villa erano poi da aggiungersi altri otto agenti, quattro a Roma e quattro a Bergamo, che fanno parte della scorta personale del senatore. Un dispiego di mezzi che aveva scatenato le proteste dei sindacati di polizia Ugl e Siulp: solo negli ultimi due anni era costato 900 mila euro.

Il 13 agosto scorso il presidio era stato tolto nell'ottica di un ridimensionamento generale delle scorte, una spending review annunciata dal ministro Cancellieri che aveva toccato tutti i livelli di protezione.
In quell'occasione Calderoli ci aveva persino scherzato su: «Sono tornato un uomo libero». Alla battuta però aveva subito fatto seguito una riflessione: «Certo, ora le preoccupazioni aumentano un po'. Potrebbe arrivare qui un kamikaze e farsi saltare, come successo alla caserma di Milano nel 2009...». Il kamikaze, per fortuna, non è arrivato ma due incursioni dei ladri in quattro mesi non lasciano dormire sonni tranquilli.

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