E' un'estate nera per i saldi
Al commercio servono nuove regole

Estate tutt'altro che calda per i saldi. Le vendite scontate di fine stagione, partite ad inizio luglio, fanno registrare un andamento tutt'altro che rassicurante. La flessione, sottolinea Federmoda Italia-Confcommercio, è in media del 7-8% su base nazionale

Estate tutt'altro che calda per i saldi. Le vendite scontate di fine stagione, partite ad inizio luglio, fanno registrare un andamento tutt'altro che rassicurante. La flessione, sottolinea Federmoda Italia-Confcommercio, è in media del 7-8% su base nazionale, frutto di un andamento positivo nelle vie della moda delle grandi città e dei comuni turistici, che non è però riuscito a compensare i dati "sconsolanti" delle periferie.

Vedono nero anche i consumatori, con Federconsumatori e Adusbef che parlano di un calo del 9%, con flessioni che arrivano fino al 17% proprio nei centri non toccati dal turismo, e il Codacons, che parla di un -20% nelle principali città Italiane, con un ribassi fino al 25% in alcune città del Sud. Per FederModa le vendite in saldo confermano purtroppo le previsioni, che a inizio stagione parlavano di una spesa media di 100 euro a testa (contro i 103 del 2012 e i 117 del 2011) per complessivi 3,6 miliardi di euro. Ora, nonostante il sentiment negativo che non favorisce di certo il rilancio dei consumi, la federazione spera nell'ultimo colpo di coda, con gli ulteriori ribassi di fine agosto, per 3,6 miliardi di euro complessivi.

Numerose, sottolinea, sono infatti le iniziative organizzate in questi giorni in molte località per favorire gli acquisti di fine stagione, come "sbanca il banco", 'fuori tuttò, lo 'sbaraccò. Non così positive le previsioni dei consumatori: per Adusbef e Federconsumatori solo una famiglia su 3 ha fatto acquisti, per un ammontare inferiore al miliardo di euro, mentre secondo Codacons la flessione registrata finora 'non subirà sostanziali variazioni nei prossimi giorni".

Per questo le associazioni tornano a chiedere con forza un cambiamento nella normativa, verso una maggiore liberalizzazione delle vendite in sconto. Un'ipotesi contro la quale si schiera Federmoda: parlare di liberalizzazione, sottolinea la federazione Moda Italia - è ora pretestuoso, visto che, con l'attuale normativa, tra saldi, promozioni e liquidazioni di fatto ci sono già 10 mesi di sconti all'anno.

Liberalizzare i saldi, poi, secondo Federmoda, significherebbe abbassare la qualità dei prodotti venduti nei negozi e rinunciare probabilmente al fascino degli acquisti 'Made in Italy' a vantaggio di prodotti a basso costo e maggior marginalità.

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