Aeroporto di Orio da record:
dalla torre «guidati» 252 voli

«Volo Charlie Zulu four two seven avvicinati in rullaggio alla testata Alpha. Volo Bravo Foxtrot... sei in linea! Qui è il volo Romeo Charlie..., siamo sopra Romano di Lombardia». Voci sospese nel cielo di Orio. Voci che si rincorrono via radio sopra la Bergamasca.

«Volo Charlie Zulu four two seven avvicinati in rullaggio alla testata Alpha. Volo Bravo Foxtrot... sei in linea! Qui è il volo Romeo Charlie..., siamo sopra Romano di Lombardia». Voci sospese nel cielo di Orio. Voci che si rincorrono via radio sopra la Bergamasca perché le decine di aerei in partenza e arrivo a Orio possano muoversi in tutta sicurezza.

È un giorno di picco. Lungo la pista è un via vai continuo di Boeing 737, in gran parte di Ryanair. Accanto ai voli di linea si aggiungono i charter con destinazioni vacanziere. Non c'è tregua per i cieli di Bergamo e nemmeno per coloro che devono garantire la sicurezza dei viaggiatori e indirettamente dei residenti vicini allo scalo. In serata si registrano ben 252 voli, ma dalla torre di controllo Enav non c'è questa percezione. 

Sospesi sopra la pista, a un'altezza di 36 metri, con una vista panoramica a 360 gradi sei operatori e un responsabile controllano ogni minimo particolare di movimento, non solo degli aerei ma anche delle nuvole: distrazioni vietate. Nonostante la giornata frenetica, nel salone a vetri di 160 metri quadrati aleggia un'atmosfera di calma e serenità.

«Fa parte dell'addestramento - spiega Francesco Piludu, responsabile della torre di controllo Enav di Bergamo -. In accademia a Forlì sono previsti rigorosi test psico-attitudinali e la selezione è severa. La torre di controllo è il luogo dove nessuno può perdere la calma, mai. E non potrebbe essere diversamente perché qui, in un anno, tra atterraggi, partenze e sorvoli, gestiamo circa 75.000 movimenti, 210 medi giornalieri e 16 medi l'ora, con picchi orari che arrivano fino a un numero massimo di 26 movimenti l'ora, massima capacità aeroportuale di Bergamo».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 27 agosto

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