Tosi, il leghista eretico fa il pieno
ad Alzano e bacchetta Calderoli

«Traditore», sussurra l'ala più dura della platea. Il malcontento serpeggia tra i militanti, ma nessuno contesta apertamente. Anzi, dalle prime file si alza un caloroso applauso con un «Bravo, sei la nostra punta di diamante». Tosi alla Bèrghem Fest.

«Traditore», sussurra l'ala più dura della platea. Il malcontento serpeggia tra i militanti, ma nessuno contesta apertamente. Anzi, dalle prime file si alza un caloroso applauso con un «Bravo, sei la nostra punta di diamante», che sa un pochino di claque. Flavio Tosi, il leghista eretico, il Renzi del centrodestra, sfida la Bèrghem Fest.

Solo pochi giorni fa, da Alzano, Roberto Calderoli ha avvertito il sindaco di Verona: «Pensi al Veneto, non a Roma». Ribadendo la linea bossiana, che aveva bocciato l'«autocandidatura» dello scaligero alla leadership del centrodestra (preferendo Marina Berlusconi).

Sabato sera 31 agosto, dallo stesso palco, il primo cittadino, incalzato dal brillante giornalista di Libero, Matteo Pandini, non fa un passo indietro: «Auspico fortemente le primarie nel centrodestra. Se si faranno, ci saranno molti candidati, tra cui io». E all'ex ministro alla Semplificazione manda a dire: «Bè, Calderoli è a Roma da vent'anni, la conosce bene».

Nessuna traccia della macroregione del Nord o della Padania, come dir si voglia. Lasciando smarriti i militanti: dove vuole andare la Lega 2.0? Tosi, vicesegretario federale e segretario nazionale della Liga veneta, risponde: «O decidi di non presentarti a Roma, come all'ultima tornata quando abbiamo puntato sulla Lombardia; ma se vai da solo o alleato, un candidato lo devi avere. E allora ben vengano le primarie, anche interne alla Lega, come nel '94, per vedere chi vuole la gente. Perché dobbiamo votare sempre il candidato premier di quegli altri?».

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