«Io, sola di sera in stazione
e quel cancello che inganna»

«Non sapevo che il cancello su via Gavazzeni fosse chiuso: ho visto che quello alla fine del sottopassaggio era aperto e mi sono avviata. Di cartelli, giuro, non ne ho visti, altrimenti sarei tornata indietro».

«Non sapevo che il cancello su via Gavazzeni fosse chiuso: ho visto che quello alla fine del sottopassaggio era aperto e mi sono avviata. Di cartelli, giuro, non ne ho visti, altrimenti sarei tornata indietro».

In verità uno - uno solo - ce n'era nel sottopasso, tra la scalinata della pensilina 6 e quella della pensilina 7, con l'avvertenza che il cancello resta aperto dalle 6,20 alle 21. Ma è comprensibile che non abbia potuto notarlo. Perché, mettetevi nei suoi panni: donna, sola, scesa dal treno delle 23,33 da Milano-via Carnate, diretta alla Malpensata dove aveva lasciato l'auto.

«Ero in ansia, la zona della stazione è poco raccomandabile a quell'ora - racconta lei, che abita a Seriate -. Camminavo a testa bassa e velocemente. E quando sono arrivata al cancello chiuso, ho avuto paura a tornare indietro. Così ho scavalcato».

«Sono scesa nel tunnel e ho visto che in fondo il cancello era aperto - ricostruisce -, così mi sono avviata a passo svelto. Il sottopasso è illuminato, per quello tutto bene. E fortuna che non ho incontrato nessuno. Perché a quell'ora, sa, in stazione una donna sola non si sente tranquilla. Tanto che, quando ho trovato il secondo cancello chiuso, non me la sono sentita di tornare nel sottopassaggio. E ho preferito scavalcare».

Leggi di più su L'Eco di venerdì 6 settembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA