Lotta alle nutrie in Bergamasca
La Regione stanzia 300 mila euro

Trecentomila euro per la lotta alla nutrie. Alla luce dei dati pervenuti con il monitoraggio 2012-2013, l'impegno viene intensificato da parte della Regione Lombardia. La Bergamasca è una delle provincie più colpite da questo animale.

Trecentomila euro per la lotta alla nutrie. Alla luce dei dati pervenuti con il monitoraggio 2012-2013, l'impegno viene intensificato da parte della Regione Lombardia. Inserita nell'elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo, la nutria causa danni rilevanti all'economia agricola del territorio, minacciando pericolosamente le arginature dei corsi idrici, in cui costruisce le tane, ma anche gli ecosistemi umidi naturali.

In Lombardia le province maggiormente interessate da un decennio attuano piani di contenimento, con il sostegno della Regione: oltre a Bergamo ci sono Brescia, Cremona, Mantova, Lodi, Milano e Pavia. La specie sta ampliando progressivamente la sua area di distribuzione (passata dagli 867.538 ettari nel 2004 a 1.050.000 ha nel 2013) e i danni cagionati all'agricoltura non sembrano ridursi. Anche perché il numero di nutrie, dal monitoraggio degli ultimi due anni, supererebbe i 2.250.000 esemplari.

«Per contrastare il fenomeno - annuncia l'assessore lombardo all'Agricoltura Gianni Fava, che ha informato la Giunta lombarda sul piano di azione, - sono previsti interventi a tutto campo». Sono stato infatti stabiliti: il mantenimento di un presidio nel controllo attraverso la definizione di un obiettivo di cattura minimo, al quale tutte le Province devono attenersi; il proseguimento del monitoraggio, razionalizzandone rilievi e costi indotti; il riparto dei finanziamenti con una premialità riferita al rispetto dell'obiettivo di cattura; la promozione di protocolli con Province, aree protette e consorzi di bonifica; la creazione di un tavolo di confronto sul tema con le altre Regioni della Macroregione agricola della Pianura padana; l'avvio di ricerche per affinare la stima numerica delle popolazioni, per cercare modalità di riutilizzo delle carcasse, per quantificare meglio l'entità dei danni. Infine, saranno proposte semplificazioni in materia di classificazione delle carcasse, di metodologie di contenimento e di scadenze del monitoraggio.

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