Uno sportivo a tutto tondo
Attivo praticante e fine competente

Chi scrive può ricordarlo a fondo nella sua identità di personaggio sportivo nel duplice profilo di attivo praticante e fine competente. Partiamo con il calcio. In età giovanile è stato una «promessa» come portiere. Un paio di club dilettantistici della nostra provincia lo ebbe numero uno e se non avesse dato priorità agli studi universitari sarebbe sicuramente diventato qualcuno.

La sua grande passione per il calcio giocato lo ha portato, sino alla mezza età, a difendere la porta di squadre partecipanti ai vari tornei amatoriali tra gli anni Settanta e Ottanta in città, tra i quali l'indimenticabile Torneo del Sabato. È seguito il lungo periodo di consigliere di amministrazione dell'Atalanta, gestione prima Achille e poi Cesare Bortolotti. A lui, già avvocato tra i più affermati in campo nazionale, spettavano, in casa atalantina, le incombenze legali che assolveva puntualmente con l'indiscussa professionalità e scupolosità che gli appartenevano.

Dell'Atalanta conosceva qualsiasi sfaccettatura, compresi gli aspetti tecnici e tattici del momento. Non a caso veniva di frequente ospitato nelle rubriche televisive locali che trattavano i temi sull'Atalanta.

Era anche amante della montagna in genere. Gli brillavano gli occhi nel rivivere i tempi in cui svolgeva l'attività di maestro di sci, in particolare, sulle piste della Presolana. Pure in questa disciplina avrebbe potuto avere un futuro dei più brillanti. Frequentandolo nell'ambito sportivo emergeva in Mario Caffi un Dna di persona signorile, schietta, educatamente risoluta e in possesso di una comunicativa coinvolgente. Qualità queste che lasciano in coloro che lo hanno conosciuto un vuoto difficile da colmare.

Arturo Zambaldo

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