Nata invalida per ipossia nel 2010
Vicino l'accordo sul risarcimento

La strada è quella dell'accordo per il risarcimento: già raggiunto, ma ancora non formalizzato. Si dovrà attendere ancora, per consentire la nomina di un tutore legale per la parte offesa, minorenne, che possa accettare al posto suo.

La strada è quella dell'accordo per il risarcimento: già raggiunto, ma ancora non formalizzato. Si dovrà attendere ancora, per consentire la nomina di un tutore legale per la parte offesa, minorenne, che possa accettare al posto suo.

La vicenda è quella della piccola Samanta Zekaj, bimba albanese di Dalmine nata il 30 gennaio del 2010 agli ex Ospedali Riuniti con un'invalidità del 95 per cento, provocata secondo gli accertamenti da una ipossia (mancanza di ossigeno al cervello) al momento del parto: la bambina è cieca, incapace di deglutire e con un fortissimo deficit psicomotorio.

A processo, assistite dall'avvocato Claudia Zilioli, la ginecologa e l'ostetrica presenti nel momento cruciale, rispettivamente di 39 e 52 anni. Con loro, come responsabile civile, assistito dall'avvocato Giovanni Bertino, anche l'ospedale. L'ultima udienza aveva visto un rinvio, proprio perché i genitori della bambina, assistiti dall'avvocato Roberto Trussardi, stavano trattando con ospedale e imputate sul risarcimento del danno.

L'accordo si sarebbe trovato: unico problema, il fatto che la vittima è chiaramente minorenne, e per tutelare nel miglior modo possibile i suoi diritti, è necessario che a decidere se l'accordo va ratificato oppure no sia un tutore legale, che metta al primo posto solo ed esclusivamente l'interesse della piccola.

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