Tribunali, i sindacati di categoria:
«Il caos logistico era evitabile»

“Inascoltato” è rimasto l'allarme delle organizzazioni sindacali sulle conseguenze negative che l'accorpamento dei Tribunali avrebbe generato anche nel territorio di Bergamo che “come altre sedi, subisce le conseguenze di una riorganizzazione che getta la Giustizia nel caos organizzativo”.

“Inascoltato” è rimasto l'allarme delle organizzazioni sindacali sulle conseguenze negative che l'accorpamento dei Tribunali avrebbe generato anche nel territorio di Bergamo che “come altre sedi, subisce le conseguenze di una riorganizzazione che getta la Giustizia nel caos organizzativo”. Così, oggi, commentano la chiusura delle sezioni distaccate del Tribunale di Bergamo a Clusone, Grumello e Treviglio i tre sindacalisti Andrea Selogni della FP-CGIL, Angelo Murabito di CISL FP e Livio Paris di UILPA-UIL di Bergamo.

“Si tratta di un taglio che avrà gravi ripercussioni: c'è il rischio di una forte congestione, non ci sono spazi per le notifiche, per le udienze, per le convocazioni ed il personale non ha nemmeno garantita una propria postazione di lavoro. La prova sta nel fatto che a Bergamo non si è neppure riusciti a trovare per tempo dei locali idonei per dare una sede al personale proveniente da Clusone (sede nuova!), Treviglio e Grumello. Neppure per la documentazione sono stati trovati locali appropriati per l'archiviazione. Abbiamo chiesto e svolto già da prima dell'estate incontri con il presidente Ezio Siniscalchi ma si sono sempre conclusi con un sostanziale nulla di fatto”.

I disagi di questa delicata fase di accorpamento si aggiungono, poi, a carenze storiche: “Il presunto risparmio colpisce un comparto, quello della Giustizia, dove da anni si affrontano emergenze di carenza di personale, in condizioni organizzative precarie ed irrazionali. Al convergere delle pratiche e dell'attività lavorativa a Bergamo non corrisponde un adeguato spostamento del personale. L'esito dell'interpello nazionale non premia Bergamo e di fatto assistiamo al trasferimento di lavoratori in forza a Bergamo presso altri Tribunali. Questo caos logistico ed organizzativo era evitabile rimandando l'accorpamento e mettendo mano ad una vera riorganizzazione basata sul buon senso di far corrispondere alle esigenze del territorio e ai conseguenti carichi di lavoro sedi strumenti e personale in misura quantomeno proporzionale alle esigenze, provvedendo immediatamente dopo alla stabilizzazione di precari e all'assunzione di nuovo personale”.

Una riforma che si possa definire tale, continuano unitariamente i tre sindacalisti, “dovrebbe prevedere un serio intervento per la modernizzazione del sistema anche mediante una efficiente digitalizzazione, il riordino delle funzioni e degli uffici, l'introduzione di programmi per il controllo di gestione. È necessario mettere al centro il servizio e gli organici valorizzando le professionalità del personale giudiziario, già fortemente penalizzato dall'esercizio delle proprie funzioni in condizioni disagiate ed in assenza della corresponsione degli emolumenti dovuti (FUA, buoni pasto, straordinari)”.

Per questo FP-CGIL, CISL-FP e UILPA-UIL di Bergamo hanno chiesto al dirigente del Tribunale di Bergamo Alida Manti e al presidente Ezio Siniscalchi un ulteriore incontro urgente per poter valutare le conseguenze effettive dell'accorpamento per il Tribunale del capoluogo: “Abbiamo chiesto che vengano emanate direttive generali per la gestione dell'emergenza e per comunicare ai lavoratori quali siano le priorità e le attività che devono essere garantite perché c'è il rischio che siano i lavoratori (che subiscono questa riforma) a diventare il capro espiatorio dei problemi che inevitabilmente sorgeranno nei prossimi tempi” concludono i sindacati.

Intanto, venerdì 20 settembre i dipendenti del Tribunale di Bergamo si recheranno a Brescia per manifestare  insieme ai colleghi di tutta la Lombardia presso le sedi delle Corti d'Appello (sia a Brescia che a Milano si terranno conferenze stampa convocate unitariamente).

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