Il sindaco: Non suonate l'inno di Mameli
E a Martinengo scoppia la polemica

«Non ho mai detto di non suonare l'inno di Mameli all'inaugurazione del filandone, ma solo di spaziare in un repertorio che non fosse solo istituzionale». Questa la difesa del sindaco di Martinengo Paolo Nozza a una scelta che ha scatenato polemiche.

«Non ho mai detto di non suonare l'inno di Mameli all'inaugurazione del filandone, ma solo di spaziare in un repertorio che non fosse solo istituzionale». Questa la difesa del sindaco di Martinengo Paolo Nozza a una scelta che ha scatenato polemiche.

Sotto accusa l'orientamento del sindaco leghista di far eseguire al Corpo musicale Sant'Agata brani alternativi al tradizionale inno di Mameli.

L'ordine di bandire l'inno d'Italia è partito dalla segreteria del sindaco, che nell'invito indirizzato alla banda ha scritto in sintesi: «Siete invitati a suonare alla cerimonia di inaugurazione del vecchio filatoio, però non dovete eseguire l'inno di Mameli».

«Nessuna preclusione verso l'inno d'Italia - dice Nozza - ma solo l'indicazione di poter spaziare in un repertorio che non fosse il solito istituzionale».

Giuseppe Asperti, direttore del Corpo musicale Sant'Agata, istituito nel 1840 come Società filarmonica di Martinengo, ha commentato: «È la prima volta che riceviamo una direttiva di questo tipo anche se, a dire il vero, alla lettura della mail non ci siamo stupiti più di tanto. Mi sono riunito con il consiglio direttivo della banda e insieme abbiamo deciso di partecipare all'evento e di osservare quanto richiesto dal sindaco».
 
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