Gioco d'azzardo e giovani
La piaga dilaga a Treviglio

Il gioco d'azzardo tra i giovani è fenomeno in preoccupante crescita e diffusione. Anche i Servizi sociali del Comune di Treviglio sono impegnati su questo fronte e per approfondire questa tematica sono ricorsi allo strumento del questionario, dal quale sono emersi dati significativi.

Il gioco d'azzardo tra i giovani è fenomeno in preoccupante crescita e diffusione. Anche i Servizi sociali del Comune di Treviglio sono impegnati su questo fronte e per approfondire questa tematica sono ricorsi allo strumento del questionario, dal quale sono emersi dati significativi.

Attraverso il servizio Pre.Gio. (Prevenzione giovani), l'assessorato continua il lavoro intrapreso lo scorso anno approfondendo la tematica e cercando di rilevare il bisogno del territorio. Come spiega l'assessore Pinuccia Zoccoli Prandina: «Nell'ambito del progetto "No al gioco d'azzardo" è stato somministrato, tra le altre iniziative, un questionario ai giovani del territorio dal quale è emersa una fotografia che impone, come amministratori e cittadini, una profonda riflessione. Anche per questo il Comune di Treviglio ha aderito recentemente al manifesto "No slot" dell'assemblea dei sindaci di tutta la Bergamasca, affinché i consiglieri regionali, i parlamentari e i politici prendano consapevolezza del problema». Grazie alla collaborazione con Ariston Multisala e lo staff organizzativo di Blu Basket, il progetto Pre.Gio. ha organizzato ed allestito due antenne informative, in occasione delle quali sono state raccolte una serie di informazioni sul rapporto dei cittadini con il gioco d'azzardo. Durante questi due momenti di confronto diretto con il territorio è stato possibile distribuire un breve questionario anonimo e quindi raccogliere dati descrittivi preziosi, che rappresentano un primo dato significativo sulla relazione tra Treviglio e il gioco d'azzardo. Complessivamente il campione di circa 200 testimonianze si è diviso in un 60% di maschi e 40% di femmine. Sul totale dei questionari, accetta di rispondere alla prima domanda «Ti è mai capitato di giocare d'azzardo?» soltanto il 60% degli intervistati. «Questo dato di risposta alla prima domanda risulta essere da solo già significativo - spiega Cristina Franchetti, psicologa di Pre.Gio. -: il numero rilevante di non risposte porta infatti a ipotizzare un dato reale di abitudine o propensione al gioco d'azzardo ben più alto di quello registrato dai questionari stessi».

Il 74% degli intervistati conosce qualcuno che gioca o ha giocato a un gioco d'azzardo. A questi è stato chiesto di fare una stima approssimativa della frequenza di gioco del conoscente e la distribuzione registrata è stata la seguente: una o due volte al mese per il 30%; una o due volte alla settimana per il 38%; tutti i giorni il 32%. Dall'analisi di questi primi dati emerge un quadro significativo: «Il nostro territorio sta subendo la falsa magia del gioco d'azzardo ed è quindi sensato pensare che più di un terzo delle persone intercettate rappresenta se stessa o qualche conoscente come un giocatore abituale. Questo - sostiene la psicologa di Pre.Gio. - nonostante la consapevolezza manifestata nell'ultima domanda del questionario "Il gioco d'azzardo può diventare una malattia?", cui il 100% degli intervistati ha risposto sì». Quali soluzioni? «Informare non è più sufficiente ? conclude Cristina Franchetti ?, occorre probabilmente guidare verso un passaggio culturale di ben più significativa incidenza».

Un primo approccio operativo al problema verrà affrontato nei prossimi mesi, quando il Comune di Treviglio metterà a disposizione di scuole, oratori e territorio gli operatori del servizio Pre.Gio. Questi offriranno consulenze informative e formative circa il tema della ludopatia ? il gioco compulsivo, senza freni, che diventa quindi una vera e propria dipendenza ? e del gioco d'azzardo, sul cui esatto significato i giovani non hanno ancora le idee chiare, come si evince dai questionari.

Fabrizio Boschi

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