Lampedusa, recuperati altri 83 corpi
Kyenge: la Bossi-Fini cambierà

Si è commossa, ha pianto davanti a quei corpi inghiottiti dal mare e che vengono recuperati senza interruzione martoriati dal tempo che passa e dai pesci. Il ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge, ha sostato a lungo, ieri, sul molo Favaloro di Lampedusa.

Si è commossa, ha pianto davanti a quei corpi inghiottiti dal mare e che vengono recuperati senza interruzione martoriati dal tempo che passa e dai pesci. Il ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge, ha sostato a lungo, ieri, sul molo Favaloro di Lampedusa davanti ai cadaveri degli africani (domenica ne sono stati recuperati altri 83, facendo così salire a 194 il numero delle vittime accertate) e poi davanti ai giornalisti, senza mai togliersi i grandi occhiali scuri, è sbottata: «La settimana prossima avvieremo un coordinamento interministeriale per rivedere la Bossi-Fini. La legge va cambiata, non ci deve essere un approccio repressivo ma accoglienza».

«Sono assurdi gli avvisi di garanzia per reato di clandestinità nei confronti dei superstiti della tragedia di Lampedusa - ha detto -. Di fronte ai morti non ci sono parole. Sono momenti difficili che ci mettono di fronte alle nostre responsabilità». «Abbiamo visto le bare - ha aggiunto -. Non possiamo accettare una tragedia come questa. Chiediamo attenzione all'Europa. Questa è la frontiera d'Europa».

E proprio il presidente della Commissione Ue, José Barroso, sarà mercoledì sull'isola accompagnato dal vice premier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per rendersi conto di persona della situazione. Ma lo scontro, che coinvolge anche le forze della maggioranza, sulla legge Bossi-Fini, che contiene la norma che prevede che i superstiti del naufragio siano indagati per clandestinità, continua a divampare.

Rosy Bindi (Pd) afferma che «la riforma della Bossi-Fini sarà il banco di prova per il governo». «Avendo assistito - aggiunge - al rinnegamento di molte parti della legge da parte di Fini, questa legge la chiamerei solo la "legge Bossi"». La Bindi chiede al governo di rafforzare i poteri del ministro Kyenge attribuendole nuove deleghe.

Dall'altra parte Maurizio Gasparri (Pdl) spiega: «Cambiare oggi la legge vigente sarebbe un errore e un'illusione al tempo stesso. Ha ragione Alfano. Le porte aperte a tutti non vanno bene». Mentre Marco Furfaro, responsabile nazionale immigrazione di Sel, afferma che «dopo la strage, le morti e persino la beffa degli avvisi di garanzia ai profughi superstiti, il governo ha il dovere di abrogare subito la Bossi-Fini e definire un nuovo quadro normativo sull'immigrazione che eviti queste tragedie».

Il presidente della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, dall'altro versante afferma: «Sull'immigrazione abbiamo assistito a mesi di polemiche e dichiarazioni fuori luogo. E oggi si persevera con l'assurda richiesta di abolire il baluardo rappresentato dalla legge Bossi-Fini».

E da Lampedusa, il sindaco Giusi Nicolini, che ha seguito la visita della Kyenge, a chi le ricorda le parole del vice segretario della Lega, Matteo Salvini, secondo cui «la Bossi-Fini dopo la tragedia di Lampedusa si deve cambiare, rendendola più snella, più efficace e più severa», ribatte: «Salvini e gli altri della Lega sono stati lasciati liberi di bestemmiare contro la dignità umana. Vanno spazzati via». «Salvini non sa di cosa parla - aggiunge -: ha chiamato clandestini i morti tra cui anche bambini di un anno».

Ruggero Farkas

© RIPRODUZIONE RISERVATA