Cava di Calcinate, no all'ampliamento
Il Pd si astiene: serve un vero piano

Il Consiglio regionale ha detto no all'ampliamento della cava di Calcinate richiesto dalla ditta Milesi. La decisione è stata presa con la maggiornaza che ha votato contro l'ampliamento e con l'opposizione che non ha partecipato al voto: i suoi rappresentanti sono usciti dall'aula non perchè a favore di un ampliamento ma per evidenziare, ancora una volta, la mancaza del Piano Cave, annoso problema. 

A votare a favore del no è stata la maggioranza (Pdl, Lega Nord e Lista Maroni presidente), mentre le opposizioni (Pd, Patto civico Ambrosoli e Movimento 5 Stelle) sono uscite dall'aula al momento del voto. La ditta Milesi, sostanzialmente, chiedeva un ampliamento della superficie della cava (ATEg5) di 168.000 metri quadri e il riconoscimento di un volume di estrazione pari a 1,8 milioni di metri cubi (adesso è a circa un milione di mc).

«Abbiamo votato no all'ampliamento dell'Ateg5 perché la documentazione che l'impresa ha portato, tra l'altro oltre il tempo massimo consentito, non l'abbiamo ritenuta sufficiente» ha detto il consigliere della Lega Nord, Roberto Anelli.

«La vicenda è stato un pasticcio, tocca all'amministrazione regionale assumersi le responsabilità. Il Partito democratico ha deciso di non partecipare al voto sul provvedimento relativo all'ampliamento della cava di Calcinate, così come aveva fatto la scorsa settimana in commissione - ha detto il consigliere del Pd Jacopo Scandella -. Pur condividendo nel merito il mancato ampliamento dell'ambito di Calcinate – ha detto - crediamo che questo ricorso della ditta Milesi sia figlio del pasticcio sul piano cave di Bergamo. Un Piano Cave licenziato dalla provincia nel 2004, stravolto dalla Regione con ripercussioni giudiziarie che arrivano fino ai giorni nostri e addirittura annullato dal Tar nel 2012».

Una ferita aperta soprattutto per gli operatori del settore che da anni chiedono che sia fatta chiarezza: «Il provvedimento approdato in aula è di per sé stesso condivisibile, ma il Pd ha scelto di non partecipare al voto perché su quel piano diede battaglia, così come oggi sostiene la necessità di giungere, il più in fretta possibile, ad un nuovo piano di cui Bergamo è sprovvista da 12 anni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA